Gela. Una campagna elettorale “bloccata”. Niente voto libero in città.
Voto “bloccato”. Ci sarebbe questo dietro agli esiti elettorali appena usciti dalle urne delle elezioni regionali. Una constatazione, certamente pesante, che arriva dall’avvocato Paolo Cafà, candidato all’Ars nella lista pro Fava, quella ribattezzata Cento passi per la Sicilia. “In questa campagna elettorale – dice – ne prendo atto con molto rammarico, non vi è stato spazio per il voto libero, cioè per il voto consapevole e ragionato, lontano dalle logiche galoppinare che si muovono in funzione di interessi di potentati economici. Altrimenti come spiegare il successo elettorale di candidati pressoché sconosciuti?”.
Chiaramente, il candidato della sinistra che ha detto no al Pd, si riferisce soprattutto alla gara di voti interna al gruppo di Forza Italia, che oltre al rullo compressore Pino Federico, comunque rimasto fuori dall’Ars, ha garantito oltre duemila voti all’altro azzurro in lizza, il coordinatore provinciale Michele Mancuso, neo deputato regionale, che in città ha pescato la sua vittoria. “Abbiamo pagato una partenza tardiva di campagna elettorale – conclude – con poche risorse, scarsa organizzazione e, comunque, il dato elettorale ottenuto, grazie e soprattutto al contributo degli altri candidati, è dignitoso e da qui ripartiamo per affermare le esigenze di libertà e giustizia sociale, continuando a stare sempre dalla parte dei più deboli, nella costruzione di un’unica sinistra di governo”. Insomma, niente ripensamenti né eventuali ritorni alla casa madre dem, abbandonata già da tempo proprio da Cafà, che adesso porta avanti il simbolo di Sinistra Italiana, nel mare magno di un centrosinistra locale che fa acqua.