Gela. Una presunta estorsione da circa undicimila euro in un anno.
La denuncia dell’imprenditore. Tanto avrebbe preteso, come fuori busta, un operaio gelese, negli scorsi anni impegnato per conto di un’azienda locale in lavori subappaltati dalla fiorentina Nuova Pignone. L’operaio, adesso, si trova davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Genova. Le indagini vennero avviate dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Genova, dopo le prime segnalazioni giunte ai poliziotti della squadra mobile di Massa Carrara, centro toscano dove si svolgeva gran parte del cantiere.
In base alle accuse, Benedetto M. avrebbe preteso soldi per conto del gruppo degli stiddari. Il titolare dell’azienda che lo assunse avrebbe anche subito danneggiamenti e minacce, con alcuni colpi di pistola esplosi in direzione del garage della sua abitazione di Gela. Dal giudice dell’udienza preliminare, però, il legale di fiducia dell’imputato, l’avvocato Rocco Guarnaccia, ha escluso qualsiasi ipotesi di minaccia. Non ci sarebbe stata nessuna estorsione. L’operaio, infatti, si sarebbe solo limitato a svolgere il lavoro assegnatogli. Per la difesa, qualcosa non quadrerebbe nella denuncia presentata dal titolare dell’azienda. Il gup ligure valuterà tutti gli aspetti della vicenda, prima di pronunciarsi sul rinvio a giudizio oppure sull’eventuale non luogo a procedere. In aula, si tornerà a fine novembre.