Eni ed Enimed bloccati, porto rifugio fermo: la protesta degli operai si estende

 
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Gela. Accessi alla fabbrica Eni bloccati, centro Enimed fermo, porto rifugio presidiato, area Asi in tilt per diverse ore. Gli operai dell’indotto dello stabilimento e gli operatori di raffineria continuano la loro protesta

contro i piani di riconversione e probabile taglio del’investimento da settecento milioni di euro, appena annunciati dai vertici nazionali della multinazionale.
“Siamo quì per  il lavoro”, così si sono rivolti alle forze dell’ordine giunte per evitare conseguenze di ordine pubblico.
I lavoratori, dopo i blocchi degli ingressi della fabbrica degli scorsi giorni, hanno alzato il tiro. “Siamo stanchi di subire passivamente – dicono – da mesi aspettiamo e, adesso, tutto sembra sfumare”. Ci sono gli operai ex Tucam e Smim, quelli del bacino di disponibilità, i dipendenti di aziende sempre più in crisi. Ci sono gli operatori di raffineria che, adesso, iniziano a temere per il loro futuro, Nessuno passa e solo il cambio turno viene assicurato per impedire qualsiasi disagio sul fronte della sicurezza in fabbrica.
Nelle prossime ore, sono previste riunioni tra dirigenti Eni ed istituzioni oltre all’attivo sindacale di mercoledì. Gli operai, comunque, continueranno a presidiare durante la notte.

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