Gela. Dopo il blocco al petrolchimico e le emissioni in atmosfera la Procura ha immediatamente disposto delle indagini. L’ipotesi di reato è quella di “getto di cose in luogo pubblico atto a offendere, imbrattare, molestare persone” in relazione agli eventi
che hanno provocato massicce emissioni e conseguenti imponenti getti di sostanze dai camini della centrale termoelettrica e dalle torce di raffineria, impianti della Raffineria di Gela.
Gli accertamenti sono stati delegati al personale della Capitaneria di porto-Guardia Costiera di Gela e sono finalizzati, con l’acquisizione di tutti i dati utili, a stabilire le esatte cause di quanto avvenuto ed a determinare natura e quantitativi delle sostanze riversate in atmosfera e nell’ambiente circostante a seguito dell’evento.
Immediata la presa di posizione di Aria Nuova. “E’ evidente che ci sia stato un trascinamento di materiale incombusti di polveri e pet coke – dice Saverio Di Blasi – come vanadio, nichel, cadmio, S02, sostanze altamente cancerogene. I metalli pesanti hanno una ricaduta micidiale sulla popolazione. Negli ultimi mesi abbiamo fatto diverse opposizioni contro la richiesta di archiviazione di processi per il riconoscimento di malattie professionali”.