Gela. Una folta delegazione di lavoratori edili della provincia di Caltanissetta parteciperà domani, venerdì 13 dicembre, allo sciopero nazionale di 8 ore proclamato dalle segreterie nazionali a seguito dell’interruzione della trattativa con l’Ance e l’associazione Cooperative edili per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, avvenuta lo scorso 21 novembre.
In Sicilia è prevista una manifestazione regionale a Palermo. Da Gela, partiranno due pullman. I lavoratori si concentreranno in piazza XIII Vittime, per un sit-in davanti alla sede regionale dell’Ance. Successivamente si sposteranno in via Cavour, dove si svolgerà il comizio finale con i segretari nazionali Emilio Correale (Feneal Uil), Salvatore Scelfo (Filca Cisl) e Mauro Livi (Fillea Cgil). “L’atteggiamento dell’associazione dei costruttori e della cooperativa Lavoro edile comporta che i costi della crisi siano scaricati sui lavoratori, mettendo in dubbio peraltro diritti già acquisiti da anni come l’anzianità professionale – si legge in un comunicato stampa congiunto emesso dai sindacati – Per Feneal, Filca e Fillea, Ance e Coop hanno imboccato una strada senza ritorno, che ci allontana da un positivo rinnovo del CCNL, ma sopratutto ci allontana dalla giusta via d’uscita dalla crisi, che non può prescindere dal rafforzamento della qualità del lavoro e delle imprese, dando continuità alle azioni comuni per una edilizia di qualità che per il nostro Paese è, e resta, la grande priorità strategica, quella cioè di costruire in sicurezza e nel rispetto del territorio e delle persone. Si continua invece a rincorrere la mera riduzione dei costi e dei diritti, senza alcun rispetto dei vigenti accordi interconfederali rinnegando il percorso comune iniziato nel 2009 con la sfida degli Stati Generali delle Costruzioni ed il manifesto comune sottoscritto dall’intera filiera per una edilizia basata su sostenibilità, legalità, qualità, regolarità del lavoro. La mobilitazione di venerdì prossimo servirà anche per ribadire alle istituzioni siciliane la necessità di operare atti concreti per il rilancio nell’Isola del settore dell’edilizia, oggi in condizioni drammatiche, al limite dell’emergenza sociale. Dal sindacato dito puntato anche verso il governo: né investimenti, né scelte coraggiose per rilanciare il settore e per affermare e sostenere – come servirebbe e come stanno facendo altri governi europei con importanti risultati – un nuovo modello di edilizia basato sulla qualità e sulla sostenibilità sociale ed ambientale. La stessa legge di stabilità non dà risposte ai lavoratori e ai pensionati, non dà risposte certe sugli ammortizzatori sociali, non interviene per ridurre il peso fiscale sul lavoro dipendente e sulle imprese che investono e assumono”.