Gela. Un banale infortunio domestico è costato la vita a Domenico Faraci di 85 anni. L’ingegnere repubblicano col borsello in mano che ha lavorato molto per la questione etica del comune mettendo gli interessi della città in primo piano.
Faceva da spola tra Gela e Roma dove vantava conoscenze importanti come quella con Giorgio La Malfa. Impegnato politicamente, ha ricoperto il ruolo di vice sindaco, di assessore all’Urbanistica e per diverse amministrazioni quella di consigliere.
Un incarico, quest’ultimo, che lo vedeva sempre in prima linea per mediare tra opposizione e maggioranza a tutela degli interessi della città. Aveva saputo coniugare l’amore per la politica con la sua professione, progettando numerose opere pubbliche non solo nel territorio gelese.
Si deve a Domenico Faraci l’intervento di ripristino del costone della bretella Borsellino interessato da una frana, dove si divise tra il ruolo di assessore comunale e quello di direttore dei lavori. Una lunga lista d’interventi hanno caratterizzato la sua attività.
Fu redattore di alcuni piani particolareggiati urbanistici del Comune, anche progettista di grosse opere pubbliche e di edifici scolastici realizzati a Gela e Butera.
Per molti anni si occupò, in qualità di direttore dei lavori, della zona industriale di contrada Brucazzi. Era uno dei 9 politici finiti nel 1992 nell’inchiesta sulle fogne d’oro di via Venezia e solo un processo andato avanti per 11 anni, trovò l’assoluzione nel dicembre 2003.
Aveva avuto modo di farsi stimare anche per la sua professione di docente di costruzione insegnando sia al geometra che presso l’istituto industriale per chimici. Un corteo funebre stamattina ha mosso dalla sua abitazione di via Ettore Romagnoli 64. Presso il convento dei frati minori Cappuccini sono stati officiati i funerali per dare l’ultimo addio al Domenico Faraci.