Gela. La cassa integrazione in deroga è scaduta e, adesso, i vertici dell’azienda Smim, per decenni impegnata nell’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, hanno sospeso ogni decisione in merito alla collocazione del proprio personale.
Con una comunicazione ufficiale, chiedono lumi circa il passaggio dei dipendenti, almeno un centinaio, tra le fila di Sicilsaldo e Ergo Meccanica, vincitrici dei contratti quadro di manutenzione meccanica in fabbrica.
“La Smim – si legge nella comunicazione aziendale – ritiene di aver dato ampia dimostrazione di elevato senso di responsabilità sociale compiendo ogni sforzo per mantenere una copertura economica alla forza lavoro già impegnata al servizio della raffineria di Gela ad oramai otto mesi dalla perdita del contratto quadro di manutenzione, sostenendo onerosi costi per gli ammortizzatori sociali”.
In sostanza, i vertici Smim non sembrano più intenzionati a sostenere gli oneri contributivi in favore dei lavoratori dopo aver perso il contratto di manutenzione. “L’immediata ripresa delle attività manutentiva in fabbrica – continua la nota – consentirà sicuramente ai nuovi contrattisti di rispettare gli accordi firmati davanti al prefetto di Caltanissetta e quindi di dare seguito alle procedure, già a suo tempo iniziate, di assunzione del personale Smim reso disponibile dalla nostra società già dal mese di febbraio 2014, in accordo all’obbligo previsto nelle modalità di gara per il rinnovo del contratto aperto di manutenzione nella raffineria”.
Per queste ragioni, i responsabili Smim richiamano gli accordi già conclusi in prefettura negli scorsi mesi ma ancora non concretizzati. “Smim – si legge – dichiara di essere in attesa degli sviluppi derivanti dal confronto tra sindacati e vertici di raffineria che si terrà nei prossimi giorni e che, secondo quanto sottoscritto con un accordo dalle parti presenti lo scorso 31 luglio presso il ministero dello sviluppo economico, accordo poi ratificato localmente presso la prefettura di Caltanissetta il 2 agosto, dovrà far riprendere immediatamente il processo manutentivo in fabbrica anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto”.
I manager Smim in maniera non troppo velata chiedono che qualcosa si sblocchi nella lunga trattativa di modo da poter alleggerire costi che, allo stato attuale, non appaiono più sostenibili. E i lavoratori dell’azienda? Dopo la scadenza del periodo di cassa integrazione in deroga, chiedono certezze. Da tempo, denunciano la mancata esecuzione dell’accordo concluso in prefettura a maggio che avrebbe dovuto permettergli, insieme agli operai ex Tucam, il passaggio nell’organigramma di Sicilsaldo e Ergo Meccanica. Già domani, un incontro è fissato tra i tavoli del locale ufficio del lavoro.