Dissuasori pericolosi e diagnosi sbagliata, tredicenne ancora in stampelle

 
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Gela. A febbraio si era procurato una frattura alla clavicola, inciampando in uno dei tanti dissuasori voluti dall’architetto Roberto Collovà nella riqualificata piazza Sant’Agostino.

A distanza di sei mesi, complice una presunta diagnosi sbagliata, quel trauma avrebbe causato ad un ragazzo (G. R. le sue iniziali) di 13 anni la fuoriuscita della testa del femore e disagi al bacino.

Da alcuni mesi è costretto alle stampelle e nei prossimi giorni dovrà essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Ad aggravare la situazione, la difficoltà a ricorrere alle strutture mediche ospedaliere del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele.

“In ospedale mi è stata negata la possibilità di effettuare una risonanza magnetica a mio figlio – spiega il padre del tredicenne – Per evitare di ricorrere alle strutture a pagamento sono stato costretto a recarmi presso il presidio ospedaliero di Licata.

E’ un esame richiesto dal medico curante in vista del delicato intervento chirurgico al quale dovrà essere sottoposto mio figlio. Secondo la diagnosi del medico che lo ha visitato, il bacino avrebbe avuto conseguenze per i postumi del trauma della caduta in piazza Sant’Agostino. Allora mio figlio si procurò la frattura della clavicola, diagnosticata con ritardo dai medici del presidio ospedaliero. Solo dietro le insistenze mie e di mia moglie, per i dolori lamentati da mio figlio, gli ortopedici si accorsero della rottura ossea”.

In verità i dissuasori di piazza Sant’Agostino hanno causato numerosi infortuni e incidenti stradali.

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