Gela. Un emendamento, presentato in commissione bilancio all’Ars, potrebbe riaccendere le speranze dei venti ex operatori della Di Vincenzo spa: impegnati, fino allo scorso anno, nella gestione del quinto modulo bis del dissalatore.
I membri della commissione, infatti, chiedono la riattivazione dell’impianto presente all’interno della fabbrica Eni e di quello realizzato a Porto Empedocle. Una richiesta indirizzata direttamente ai dirigenti del gruppo Siciliacque che, attualmente, hanno in consegna tutti gli impianti.
Proprio i manager del gruppo, però, non sembrano intenzionati a rilanciare la messa in marcia del quinto modulo bis.
La struttura, costata milioni di euro, è qualificata come bene comunitario non deperibile. Da quando l’impianto è stato bloccato, i venti operai non percepiscono più alcuna retribuzione: avendo avuto forti difficoltà anche per l’accesso alla mobilità.
Per questa ragione, si rivolgono, nuovamente, al presidente della regione Rosario Crocetta che non ha ancora risposto ad un loro primo appello. Di recente, i segretari di Filctem, Uiltec e Femca hanno chiesto l’avvio di un tavolo di trattativa davanti al prefetto di Caltanissetta.