Gela. Decine di cisterne di amianto abbandonate da chissà quanto tempo in quella che doveva essere un’area verde adiacente al quartiere Settefarine. Una enorme discarica a cielo aperto.
Una serie di serbatoi in amianto, rimossi dalla case di recente perché dannosi, lascia intravedere cumuli di materiali di ogni genere: vecchi sanitari, calcinacci, televisori dove accanto a materassi, figurano anche pezzi di legno, pannelli forse di armadi o frigoriferi ingombranti, inerti che possono essere potenzialmente pericolosi, dal momento che richiedono uno smaltimento specifico. Sullo sfondo le palazzine del quartiere settefarine. Una situazione di degrado non tollerabile.
A poche centinaia di metri da quella discarica ci sono campi dove viene coltivato il frumento, che molto probabilmente andrà a produrre pane che arriverà sulle tavole dei cittadini. Occorre un richiamo alla responsabilità, sia sul divieto di scarico che sul dovere di segnalare chi inquina. Oltre a rappresentare uno spettacolo indecoroso, l’abbandono di eternit nelle campagne crea un inquinamento non indifferente. Le fibre di amianto sono infatti sottili, dannose e cancerogene e se inalate possono determinare lo sviluppo di tumori alle vie respiratorie. Infine anche i piccoli corsi d’acqua sono colmi di copertoni abbandonati.
