Gela. Sette rinvii a giudizio nell’inchiesta sui diplomi facili. Lo ha deciso il Gip del tribunale, Veronica Vaccaro, che ha fissato per il prossimo 22 marzo la data di inizio del dibattimento in tribunale. Questa la decisione assunta a conclusione dell’udienza preliminare dell’indagine che è stata divisa in due tronconi.
Da un lato i gestori degli istituti paritari e centri di studio che garantivano i diplomi con esami ritenuti farsa. Dall’altro dirigenti scolastici e insegnanti di istituti scolastici di Licata, Canicattì, Rosolini e altre città persino calabresi coinvolti nel sistema fraudolento. La posizione di questi ultimi è stata stralciata.
Disposto il rinvio a giudizio per Emanuele Cassarino, 46 anni di Gela, insegnante; Ernesto Calogero, 43 anni, insegnante di Catania; Giuseppe Malfitano, 46 anni, 46 anni di Licata, Giovanni Rapidà, 47 anni di Licata, Patrizia Calvo di Rosolini, 42 anni, gestore di uno dei Centri studi coinvolti ed ex presidente del Consiglio Comunale di Rosolini, Libero Lise, di Cosenza, di 50 anni, gestore di uno dei Centri studi coinvolti e Luigi Rizzari, di Catania, di 45 anni, gestore di uno dei Centri studi coinvolti nonché dirigente scolastico dell’Istituto Paritario Michelangelo di Gela.
Nel 2009 l’indagine della Guardia di Finanza, secondo cui pagando dai 3000 ai 5000 euro si poteva ottenere facilmente un diploma. L’indagine portò a sette arresti e al sequestro di 12 istituti scolastici siciliani e persino calabresi. Quattrocento i diplomi “comprati” con esami-farsa, spesso senza frequentare nemmeno le lezioni, con ispettori, docenti, personale amministrativo e gestori compiacenti. Stralciata la posizione di due ispettori, Michele Di Franco, 67 anni di Licata, dirigente scolastico in pensione con incarichi ispettivi, e Bernardino Di Salvo, 63 anni di Mistretta, ispettore ministeriale. Gli imputati rispondono di associazione per delinquere, corruzione e violazione dei segreti d’ufficio. Calogero è stato prosciolto per il reato di evasione fiscale.