Gela. Dimesso da un medico del Pronto soccorso, poche ore dopo torna in ospedale ma entra in coma. Un pensionato (C. S. le sue iniziali) di 69 anni dalla scorsa notte è mantenuto in vita da un respiratore artificiale.
E’ stato ricoverato con urgenza in un lettino del reparto di Rianimazione. I familiari del malcapitato hanno sporto denuncia contro il medico del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”.
Si sono rivolti ai carabinieri del reparto territoriale che hanno avviato le indagini sul presunto caso di malasanità. I militari dell’arma dovranno cercare di ricostruire la dinamica dei fatti e comprendere se dal suo ingresso in ospedale al ricovero in Rianimazione sia stato rispettato il protocollo previsto per le cure e indagini del caso. Secondo le prime indiscrezioni, l’uomo si era rivolto al Pronto soccorso per problemi di digestione sfociati con evidenti stimoli di vomito.
Il sanitario del turno notturno avrebbe sottoposto il pensionato a tutti gli esami previsti per la patologia indicata al triage, al momento della sua accettazione al pronto soccorso. Pare che i parametri degli esami effettuati, compreso quello per la glicemia, fossero regolari.
Di fatto, l’uomo una volta dimesso ha continuato ad accusare lo stesso malessere tanto da decidere di tornare in ospedale dove è stato colto da un arresto respiratorio che ha costretto gli anestesisti ad intervenire intubandolo. I valori glicemici non sarebbero risultati nella norma. Il sessantanovenne è un paziente ischemico già sottoposto a intervento chirurgico per l’inserimento di un bypass.
“Non è stata richiesta nessuna documentazione sanitaria dalle forze dell’ordine – assicura il direttore sanitario Luciano Fiorella – Abbiamo avviato le indagini interne e rimaniamo a disposizione degli inquirenti per ricostruire anche grazie alle cartelle cliniche il quadro del paziente dal momento del suo ingresso in ospedale”.