Gela. Per la difesa sarebbe stata vittima di una vera e propria truffa messa in atto da alcuni operatori dell’ufficio postale di via Aretusa: invece, il giudice Domenico Stilo ha deciso di condannare la commessa Maria Luisa Domicoli a due anni e due mesi di reclusione.
La donna, stando all’accusa rappresentata in aula dal pubblico ministero Pamela Cellura, avrebbe organizzato una truffa legata all’invio di conti corrente postali che, però, non sarebbero mai giunti a destinazione. Una linea del tutto contestata dalla difesa dell’imputata, rappresentata in aula dall’avvocato Salvatore Ciaramella.
Sarebbe stata la donna, stando al suo legale, ad essere vittima degli operatori dell’ufficio postale. Il pubblico ministero Pamela Cellura, durante l’ultima udienza di ieri mattina, ha chiesto la condanna ad un anno di reclusione. Il dispositivo letto in aula dal giudice Domenico Stilo, invece, è stato molto più pesante per l’imputata.
Furono i magistrati della procura ad avviare l’indagine a suo carico dopo alcune segnalazioni relative, appunto, ad una serie di operazioni postali sospette tutte partite dagli uffici di via Aretusa. Il giudice Domenico Stilo, in questo modo, ha accolto la tesi sostenuta in aula dall’accusa, andando anche oltre le richieste formulate dal pubblico ministero Pamela Cellura.
Nelle conclusioni, invece, l’avvocato Salvatore Ciaramella ha escluso qualsiasi responsabilità in capo all’imputata che, a suo dire, sarebbe stata vittima e non responsabile dei fatti contestati dalla procura.