Catania. «Giustizia finalmente è stata fatta». Con queste parole i familiari di Vittorio Scifo, noto come lo stregone di Tobruk, hanno accolto la sentenza emessa ieri dal Tribunale di Catania che condanna a 30 anni di carcere il gelese Giovanni Passaro, 56 anni, attualmente detenuto per altri delitti presso il carcere di Spoleto, quale esecutore dell’uccisione del chiaroveggente.
Secondo la ricostruzione del delitto, Vittorio Scifo fu ucciso dietro ordine del boss locale Giuseppe Spatola, convivente di Patrizia, la figlia del mago, dalla quale aveva avuto una bambina, Monica. Patrizia era sparita un mese prima dell’uccisione del padre senza lasciare traccia di sé. Nonostante la pesante condanna comminata al killer, il “caso Scifo” rimane ancora aperto.
Resta da scoprire dove è stato nascosto il corpo della giovane Patrizia Scifo, dopo essere stata soppressa dal suo stesso convivente. La madre della ragazza Angela Erba, la sorella Amalia e la figlia Monica fanno appello a chi sa di svelare il segreto, per dare una degna sepoltura alla congiunta e poter pregare sulla sua tomba. Le tre donne chiedono allo Stato un altro atto di giustizia: essere riconosciute familiari di vittime di mafia.