Danni alle colture, la difesa Eni ricusa il perito che denunciò forti pressioni

 
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Gela. Una richiesta di ricusazione destinata all’intero collegio peritale nominato per
valutare i presunti danni all’agricoltura della zona causati dalle emissioni della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.

L’hanno inoltrata, durante l’incidente probatorio che si sta tenendo davanti al giudice Veronica Vaccaro, i difensori di Giuseppe Ricci, Bernardo Casa e Battista Grosso, ex responsabili di raffineria. Al centro della richiesta, presunti interessi economici di almeno uno dei periti, ovvero il dottor Massimo Colonna. Contestazioni che, però, sono state rigettate dallo stesso esperto, negli scorsi mesi autore di una denuncia.
Avrebbe subito pressioni e offerte in denaro per orientare favorevolmente le sue conclusioni tecniche. Alla fine, il giudice Vaccaro ha rigettato l’istanza di ricusazione, confermando i cinque periti che compongono il collegio.
La loro relazione verrà depositata entro il prossimo 15 gennaio: hanno, infatti, chiesto una proroga dei termini. L’istanza di ricusazione è stata contestata in aula anche dal procuratore capo Lucia Lotti. Durante l’incidente probatorio, era già stato ricusato uno dei periti scelti, ovvero il dottore Fabrizio Nardo.
Intanto, i periti hanno avuto modo d’illustrare l’attività svolta. Dalle analisi di campioni di alimenti e vegetali alla valutazione delle sostanze presenti nel sottosuolo.
Adesso, le loro conclusioni verranno inserite nella relazione da depositare.
Sono circa una ventina gli agricoltori locali costituiti parte civile, oltre alle associazioni Amici della Terra e Aria Nuova, al ministero dell’ambiente, al comune, alla provincia di Caltanissetta e alla regione siciliana. I tre manager devono rispondere di danneggiamento e getto pericoloso di cose. La prossima udienza è stata fissata per il 29 gennaio. Le parti civili, sono state assistite, durante l’udienza svoltasi a palazzo di giustizia, dagli avvocati Joseph Donegani e Nicoletta Cauchi.

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