Da un anno gli ex operai Comeco sono senza lavoro: “siamo operai serie B?”

 
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Gela. Da oltre un anno senza lavoro, appesi alla speranza di essere riassorbiti da una delle aziende dell’indotto Eni.

Lunedì, un gruppo di ex dipendenti della cooperativa metalmeccanica Comeco ha incontrato il sindaco Angelo Fasulo. Qualche giorno fa, infatti, otto loro colleghi sono stati contattati dai dirigenti dell’azienda Eurocoop, subentrata proprio alla società messa in liquidazione, per iniziare un periodo di servizio di circa tre mesi.
“Noi, invece – spiega Carmelo Cascino – non abbiamo alcuna possibilità. Si è preferito, violando gli accordi sindacali, dare priorità ad operai con un numero di anni di servizio inferiore e carichi familiari quasi nulli. Vorrei capire, poi, come si fa a lavorare per tre mesi con la prospettiva, a conclusione del periodo, se non addirittura prima, di essere rispediti a casa”.
La loro situazione, quindi, rimane sempre in bilico: da diversi mesi, nonostante gli annunci ufficiali, attendono un incontro con il prefetto di Caltanissetta Carmine Valente.
“Il prefetto, i tavoli, le riunioni – spiega Rocco Farruggia – non sappiano neanche che fine abbiano fatto. Dopo venticinque anni di lavoro in fabbrica, mi trovo ad elemosinare un’occupazione. Addirittura, ci dicono che noi, a causa delle patologie contratte all’interno della fabbrica, non siamo più efficienti. E’ una vergogna, sono tutti responsabili”.
Il primo cittadino Angelo Fasulo non ha potuto fare altro che chiedere la loro presenza alla riunione del prossimo 20 febbraio che, in prefettura, dovrebbe sancire l’ultimo passo per le liste di disponibilità.
“Abbiamo capito, purtroppo a nostre spese – conclude Emanuele Marchisciana – che esistono operai di seria A e colleghi di serie B. Adesso, però, bisognerà spiegarlo alle nostre famiglie che vivono, per lo più, sui soldi della cassa integrazione arrivati dopo dieci mesi”.
Le prospettive, quindi, rimangono decisamente buie: in attesa che la riattivazione delle due linee di produzione dello stabilimento Eni, attualmente ferme, possa risollevare le sorti dell’indotto e consentire a questi operai il ritorno tra gli impianti.

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