Gela. “Non sono interessato alla bagarre degli assessori. Se il sindaco è intenzionato a parlare con me del rilancio dell’attività amministrativa sono disponibile”. Miguel Donegani non partecipa al mercato degli assessori. La sua analisi è però spietata.
“Dopo lo tsunami delle elezioni regionali avevo lanciato l’allarme – dice – per la prima volta nella storia della città il Pd era il quarto partito, dietro a Movimento 5 stelle, Pdl e Udc. Non era mai successo e non ci fu alcuna riflessione. Quel che è successo lo avevo ampiamente previsto. Bisogna rilanciare il programma elettorale”.
Donegani ricorda cosa è accaduto tre anni fa. “Se c’è qualcuno che ha titoli per parlare sono io – vincendo le primarie e poi l’elezione grazie anche alla presentazione di tre liste: Pd, lista Donegani e collegata ad Angelo Fasulo, compresa quella di Italia dei Valori (che non venne ammessa). Ho messo 90 candidati. L’azzeramento doveva farlo un anno fa, quando glielo chiesi io”.
Sulle dimissioni del segretario Carlo Romano nessuna sorpresa. “Era in scadenza naturale, siamo già in fase congressuale. La sella di Romano non c’è più. Se non c’è la nave non c’è il timone, le cariche sono azzerate”. Stoccata anche a Piero Lo Nigro dei socialisti, che rischia di perdere l’assessore La Boria. “Lo Nigro venne eletto nella mia lista, poi si candidò regionali contro di me. Ed allora si sostenga lui l’assessore. Si cambi strategia non assessori: Prg, Puc, piano commerciale ed anche lo sport, totalmente abbandonato, così come l’Estate gelese o il Carnevale. Quando mi chiameranno darò il contributo. In sei anni non ho preso un giorno di ferie, dedicandolo a me o alla mia famiglia. Il consuntivo lo facciamo a fine mandato ma non mi scrivo al balletto degli assessorati”.