Gela. Secondo giorno consecutivo di protesta per i quindici lavoratori di Riva e Mariani che, a luglio, hanno ricevuto altrettanti provvedimenti di licenziamento. Hanno organizzato un sit in davanti i cancelli
della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, ricevendo anche questa volta la solidarietà dei colleghi dell’indotto e dei giornalieri di raffineria, fermi per un’ora. Chiedono che l’azienda faccia chiarezza sui licenziamenti autorizzati nonostante, in altri cantieri sparsi in Italia e non solo, la forza lavoro non sia stata ridotta.
Intanto, la crisi dell’indotto dello stabilimento Eni segna un altro passo. I circa venti operai ex Tucam, già licenziati e con indennità di disoccupazione in scadenza a dicembre, si sono recati direttamente negli uffici della prefettura di Caltanissetta. Hanno chiesto un incontro con il prefetto Carmine Valente che ha messo a loro disposizione un funzionario. Stando ad un accordo prefettizio risalente a maggio, sarebbero dovuti transitare nell’organigramma di Sicilsaldo e Ergo Meccanica, società vincitrici dei contratti quadro di manutenzione in raffineria. Ad oggi, però, tutto è fermo ad accezione di qualche offerta, solo per contratti a tempo determinato, arrivata direttamente dalle aziende vincitrici.