Gela. I tagli paventati dal management del gruppo Eni per la raffineria di contrada Piana del Signore preoccupano i lavoratori in protesta e, da questo punto di vista, creano non pochi dubbi nel docente dell’università romana La Sapienza Alessandro Morselli.
“Il probabile taglio dell’investimento da settecento milioni di euro dell’Eni – spiega – rappresenta un duro colpo per l’economia del territorio in termini di futuri investimenti e aumenti dell’occupazione. Il calo degli investimenti va a ripercuotersi negativamente soprattutto sul reddito dei salariati con riduzioni degli stipendi e aumento dei licenziamenti. Il rimedio classico alla disoccupazione attraverso la riduzione dei salari trascura la doppia natura del salario, costo di produzione per l’impresa ma reddito per i lavoratori. L’abbassamento dei salari, riducendo il costo del lavoro in rapporto a quello del capitale, esercita meglio un effetto stimolante sulla domanda di lavoro (effetto sostituzione) ma si riduce anche il reddito distribuito alle famiglie che scatena un effetto moltiplicatore nella riduzione della domanda globale, limitando così ancora di più gli sbocchi dei produttori che andranno a tagliare gli investimenti”. L’assenza di effettive sicurezze lavorative, stando a Morselli, produce non poche conseguenze. “E’ probabile – conclude – che un aumento dei salari migliori la motivazione e dunque la produttività dei lavoratori; viceversa, una riduzione dei salari altera la loro motivazione e la loro produttività. Così, è sempre più probabile che l’effetto reddito negativo, a seguito di una riduzione del salario, operi sull’effetto sostituzione riducendo la domanda di lavoro al posto di aumentarla perché il costo del lavoro è più basso in rapporto al capitale ma il reddito insufficiente provoca una riduzione della domanda globale, limitando così ancora di più gli sbocchi dei produttori con un conseguente calo degli investimenti, aumentando così ancora di più la disoccupazione”.