Consiglio, passa Gac ma rimangono fratture: dubbi su Mauro e suoi incarichi

 
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Gela. Il gruppo d’azione costiera s’ha da fare? Evidentemente sì. Dopo polemiche e contrasti interni alla maggioranza, per la verità ancora lontani dall’essere superati, gli atti relativi al gac sono stati definitivamente approvati durante la seduta di consiglio comunale di lunedì sera.

Decisiva, sotto questo profilo, è stata la riunione che ha impegnato i consiglieri in quota Pd fino a pochi minuti prima dell’inizio della seduta convocata dal presidente Giuseppe Fava. C’era anche lui, insieme al sindaco Angelo Fasulo e al segretario democratico Carlo Romano, al tavolo di trattativa in vista del dibattito. Il vero nodo da sciogliere, comunque, si è confermato quello del ruolo assunto, anche all’interno del procedimento gac, dal direttore generale di Palazzo di Città Renato Mauro.
“Diciamo – spiega il segretario del Pd Carlo Romano – che i punti di vista erano diversi. Più che altro, abbiamo dovuto affrontare una questione politica legata al ruolo di Pensiero Libero a sostegno della maggioranza e, di conseguenza, al posizionamento dell’ingegnere Renato Mauro che, comunque, rimane uno stimato tecnico”.
Tra i più agitati in casa democratica, come confermato durante la seduta dello scorso giovedì, il consigliere Giacomo Gulizzi: alla fine, anche lui ha accolto le aperture garantite dal primo cittadino. In aula, seppur con numeri decisamente poco ampi, tanto da indurre anche il neo deputato regionale Giuseppe Arancio a votare: è stato varato un atto d’indirizzo finalizzato a ridurre eventuali sprechi generati durante la fase organizzativa del progetto e, soprattutto, a limitare il ruolo di coordinamento svolto, fino ad oggi, proprio dal direttore Renato Mauro. “A Mauro – dice il capogruppo Pd Enrico Vella assente alla seduta – va tutta la mia stima. Non ho nulla contro di lui. A maggior ragione, però, non capisco le mosse del sindaco. Perché, adesso, si è deciso di aprire a figure professionali diverse dall’ingegnere quando, solo poco tempo fa, il primo cittadino ci diceva che il punteggio ottenuto dal nostro gac si legava soprattutto al curriculum del direttore generale?”.
Evidentemente, c’è ancora qualcosa da registrare tra i banchi di maggioranza. Alla seduta, non ha partecipato neanche il capogruppo del Pds Terenziano Di Stefano, uscito dall’aula, in aperta polemica, lo scorso giovedì.
Dopo il gac, come ribadito in una comunicazione interna trasmessa dal direttore Renato Mauro, il prossimo fronte si chiama patto dei sindaci: in ballo, ci sono circa 200 milioni di euro.

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