Gela. La maggioranza in consiglio comunale si schianta contro il muro rappresentato dal nuovo regolamento di polizia mortuaria. Questa volta, a far saltare il banco, sono stati i dubbi e le rimostranze del democratico Giacomo Gulizzi.
Il consigliere ha fortemente appoggiato l’emendamento proposto dall’esponente d’opposizione, in quota Grande Sud, Luigi Farruggia. Al centro dei dubbi, il sistema che permetterebbe, alla scadenza della concessione, il trasferimento tra privati delle cappelle gentilizie.
“Questa parte del regolamento – ha detto Farruggia – deve essere depennata. Rischiamo di legittimare una vera e propria compravendita delle cappelle. Non lo possiamo permettere. Non vorrei che, come capitatomi per un caso personale di quasi vent’anni fa, ci fosse ancora gente in grado di vendere loculi a cifre notevoli”.
Stando alle critiche mosse, il regolamento non prevedrebbe, alla scadenza della concessione, alcuna possibilità per l’amministrazione comunale di ritornare in possesso delle aree e dei relativi monumenti funebri che, invece, potrebbero essere trasferiti in favore di un qualsiasi privato ritenuto benemerito.
A supporto di Farruggia si è schierato, appunto, Giacomo Giulizzi del Pd. “Chiedo una valutazione legale su quest’articolo – ha ammesso – come si fa a permettere una trattativa fra privati per il passaggio delle cappelle gentilizie? Viene utilizzato il parametro della benemerenza ma dovrebbe essere un’autorità istituzionale a giudicare questi criteri e non certo il singolo privato”.
Davanti al voto contrario del suo partito all’emendamento proposto dal consigliere Farruggia, Gulizzi ha abbandonato l’aula. Contro l’emendamento firmato dall’esponente di Grande Sud ha votato anche il capogruppo democratico Enrico Vella. Intanto, l’aula ha dato il proprio voto favorevole agli emendamenti presentati da Giuseppe Di Dio e dalla stessa amministrazione, tutti incentrati sui costi delle concessioni nei due cimiteri cittadini e su quelli degli eventuali rinnovi.
E’ apparsa fin troppo chiara, però, la tensione tra i banchi di maggioranza. Anche questa volta, i numeri totali si sono dimostrati piuttosto scarsi: con democratici come Giovanna Cassarà che hanno preferito lasciare l’aula a discussione in corso.
A stemperare gli animi, non è servita neanche la presenza, nell’ala destinata al pubblico, del segretario cittadino Carlo Romano. La seduta, alla fine, è stata aggiornata a giovedì.