Gela. “Le imprese dell’indotto Eni, già in forte difficoltà economica, rischiano lentamente di morire davanti alla protesta organizzata dagli operai di Riva e Mariani che ostacola l’accesso in fabbrica degli operai o, comunque, lo rallenta”.
In questo modo, gli imprenditori titolari delle aziende che svolgono attività nel’indotto dello stabilimento di contrada Piana del Signore, confluite sotto l’egida di Legacoop e Confindustria Centro-Sicilia, prendono posizione davanti alla protesta portata avanti dagli operai di Riva e Mariani. “Fermo restando il diritto di sciopero dei lavoratori ai quali le imprese esprimono tutta la loro solidarietà auspicando che il loro problema venga risolto nel più breve tempo possibile – scrivono in una nota congiunta gli imprenditori – non è possibile tollerare che poche unità blocchino o comunque rallentino le operazioni di accesso alla raffineria causando gravi ripercussioni sull’intero sito”. La presa di posizione da parte dei titolari delle società impegnate nell’indotto della raffineria Eni arriva a conclusione di una lunga riunione organizzata proprio a seguito del sit in avviato dai lavoratori di Riva e Mariani che, negli scorsi giorni, hanno ricevuto dalla direzione del gruppo ventiquattro provvedimenti di licenziamento. Davanti al taglio dei posti di lavoro, anticipato rispetto alla riunione convocata in prefettura per questo pomeriggio, i lavoratori hanno messo in atto un sit in, chiedendo solidarietà ai colleghi dell’indotto e del diretto Eni. La risposta maggiore, comunque, è arrivata dagli operai dell’indotto che hanno deciso di non oltrepassare i cancelli d’ingresso del sito industriale di contrada Piana del Signore. “L’indotto della raffineria occupa oltre mille lavoratori che al momento sono da considerarsi a rischio in quanto impossibilitati a svolgere le normali attività lavorative – concludono gli imprenditori di Legacoop e Confindustria – e nel caso di chiusura degli impianti finirebbero inevitabilmente con il perdere il proprio posto di lavoro”. I titolari delle aziende, in questo modo, rispondono anche ai segretari sindacali del settore chimico di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che, nelle scorse ore, hanno aspramente criticato la condotta dei manager di Riva e Mariani. Gli operai impegnati nel sit in, intanto, escludono di aver messo in atto qualsiasi forma di blocco dei cancelli d’ingresso della fabbrica. “Abbiamo solo chiesto solidarietà ai colleghi – ammettono – nessuno è stato bloccato. Chi intende prendere servizio lo può tranquillamente fare. Siamo in protesta per il futuro delle nostre famiglie”.