Con la moto sbatte contro un’auto in sosta, grave un giovane centauro

 
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Gela. Il traffico veicolare in città comincia a preoccupare per la particolare frequenza degli incidenti stradali. Troppi, molti dei quali mortali o con ferite che lasciano segni permanenti ai protagonisti.

Da ieri pomeriggio, lo scooterista, Carmelo Manuel Gerlando di 18 anni, lotta per la vita in un lettino del reparto di Rianimazione. E’ mantenuto in vita da un respiratore artificiale. Mentre percorreva il lungomare Federico II di Svevia, per cause al vaglio degli agenti della caserma di polizia municipale, ha finito la sua corsa contro un’autovettura in sosta. Dopo il violento impatto è stramazzato a terra perdendo conoscenza. Sono stati i sanitari del 118 a raccoglierlo dall’asfalto e consegnarlo ai medici del Pronto soccorso ospedaliero.

L’esame radiologico e la Tac hanno accertato un trauma cranico commotivo, la frattura dello zigomo, della mascella e dell’orbita oculare. La sua prognosi è riservata. I medici lo hanno intubato immediatamente. Saranno determinanti le prossime ore per decidere se sottoporlo ad un delicato intervento chirurgico e, probabilmente, ordinarne il trasferimento verso un centro sanitario più attrezzato dell’ospedale di via Palazzi. Il giovane viaggiava in sella a uno scooter, Aprilia Scarabeo, senza indossare il casco protettivo obbligatorio in compagnia di un amico. Quest’ultimo è rimasto illeso dal tamponamento. Secondo le prime indiscrezioni, l’incidente sarebbe stato causato dalla distrazione dello scooterista di diciotto anni.

Primogenito di cinque figli, Carmelo Manuel Gerlando lavora saltuariamente col padre in tutta la nazione. Ha conseguito il diploma di tubista rilasciato dal centro di formazione salesiana del Cnos Fap. Intanto, sempre nel reparto di Rianimazione, i medici hanno sciolto la prognosi di guarigione del motociclista che domenica mattina è stato investito da un’auto pirata. Il turnista del petrolchimico, Giuseppe Greco di 27 anni, era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico dove i medici gli avevano asportato parte dell’intestino e la milza.

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