Gela. Troppe presunte irregolarità nella passata gestione dei fondi economici destinati al trattamento del personale in forza a Palazzo di Città. Per questa ragione, i magistrati della sezione di controllo della Corte dei conti siciliana hanno rigettato la richiesta inoltrata direttamente dal sindaco Angelo Fasulo.
Il primo cittadino, con una nota dello scorso febbraio, chiedeva ai giudici contabili se fosse legittimo un eventuale incremento dello speciale fondo destinato al trattamento economico del personale municipale, compresi i dirigenti.
“Se l’amministrazione comunale – si legge nella richiesta firmata dal sindaco – possa astrattamente rideterminare, ad oggi, sulla base della ricostruzione effettuata, il fondo Fes dell’esercizio 2013 ancora aperto, in misura superiore all’importo iscritto al consuntivo 2010 che è risultato errato a seguito di verifiche correlate ad attività ispettive di organo superiore, nel caso, Ragioneria Generale dello Stato”.
Nella richiesta di parere, inoltre, si indicava un’ulteriore eventualità. “Se, in caso di riscontro affermativo al precedente quesito – si legge ancora – è conseguentemente ipotizzabile contabilizzare, nell’esercizio corrente, un differenziale positivo scaturente dalla citata attività ricognitiva sui fondi dal 1999 al 2013, o almeno, ai fini della norma in oggetto, relativamente agli anni 2011 e 2012”.
I giudici della corte dei conti, però, hanno detto no. In sostanza, un eventuale intervento in corsa sul fondo Fes, in base alle indicazioni contenute nella decisione emessa dai giudici della corte, potrebbe pesare sull’attività di verifica ed indagine ancora in corso da parte dei tecnici della procura regionale della corte dei conti. I nodi principali, infatti, si legherebbero a diversi profili di presunta irregolarità individuati nel corso di un lungo lasso di tempo, dal 1999 al 2006.
Una nota, datata gennaio 2008 e redatta dai funzionari del ministero dell’economia e delle finanze, ha fatto scattare gli accertamenti della procura. “Detta verifica evidenziava numerosi profili d’irregolarità – continuano i giudici della corte dei conti – e carenze che riguardavano l’applicazione di istituti contrattuali previsti dai C.C.N.L. che si sono succeduti dal 1999 al 2006. In particolare, tra l’altro, si faceva riferimento ad irregolarità nelle procedure di contrattazione integrativa decentrata; ad errate quantificazioni del Fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e della produttività del personale, a causa di illegittimi incrementi dello stesso; impropri utilizzi di quote del Fondo per finalità diverse da quelle previste dai C.C.N.L.; ad illegittime erogazioni cumulative di indennità; ad illegittime erogazioni di indennità in violazione del principio di onnicomprensività del trattamento economico al personale destinatario di posizione organizzativa ed al personale con qualifica dirigenziale; illegittime iscrizioni in bilancio di residui attivi in assenza di idoneo titolo giuridico”.
Per queste ragioni, i magistrati della sezione di controllo della corte dei conti hanno deciso di bocciare le richieste inoltrare dal sindaco Fasulo. Le ombre, adesso, riguardano proprio la gestione dei fondi economici destinati alla produzione del personale adottata dalle amministrazioni precedenti a quell’attuale, con in testa le sindacature del presidente siciliano Rosario Crocetta.