Gela. Non si fermano le occupazioni abusive degli appartamenti gestiti in città dall’Istituto autonomo case popolari. Nelle ultime settimane, infatti, altre denunce sono state sporte dopo la scoperta di famiglie che, pur non avendone diritto, sono riuscite ad entrare dentro gli alloggi.
Tra i tanti casi segnalati, inoltre, spunta anche quello dell’attuale collaboratore di giustizia Davide Nicastro. L’appartamento, fino a qualche tempo fa assegnato a lui e alla sua famiglia nella zona di contrada Albani Roccella, è stato occupato. In sostanza, in base alla ricostruzione effettuata anche a seguito dei riscontri svolti dagli agenti di polizia municipale, è emerso che gli attuali occupanti avrebbero approfittato della sua assenza per prendere possesso dell’alloggio.
La scelta di collaborare con la giustizia, dopo le recenti operazioni antimafia ed antidroga che lo hanno coinvolto, ha imposto un suo rapido trasferimento. L’occasione, quindi, è stata sfruttata da chi aveva necessità di un tetto. L’alloggio, lasciato praticamente vuoto dalla famiglia del collaboratore, è adesso utilizzato da un’altra famiglia.
Una scoperta effettuata dagli agenti del nucleo di polizia municipale che, costantemente, monitorano tutte le aree utilizzate dai funzionari dell’Istituto autonomo case popolari di Caltanissetta per edificare immobili d’edilizia residenziale. Una relazione sul caso e la successiva denuncia sono state redatte proprio dagli agenti di polizia municipale del comando di via Ossidiana. Quello del collaboratore di giustizia, comunque, non è il solo caso scoperto. Altre denunce per occupazione abusiva sono scattate nei confronti di nuclei familiari trovati all’interno di alloggi, sulla carta, assegnati ad altri aventi diritto. Così, sono partiti nuovi accertamenti.
Denunce sono state elevate sia nella zona di Marchitello, tra le palazzine di via Ambrica, che in quella di contrada Scavone. Anche in questi casi, gli agenti di polizia municipale hanno dovuto sanzionare famiglie che, approfittando dell’assenza dei legittimi assegnatari, si sono appropriate degli alloggi. Si tratta, perlopiù, di giovani coppie con figli a carico che, davanti all’esigenza di una casa, hanno deciso di entrare in quelle gestite dall’Istituto autonomo case popolari.
Un fenomeno costante che non accenna a ridurre d’intensità. Sotto questo profilo, davanti all’urgenza di un’abitazione, non si guarda in faccia nessuno: nemmeno nel caso del collaboratore di giustizia che, per ragioni di forza maggiore, si è allontanato dalla città. Attualmente, in base ai dati in possesso dei funzionari dell’Istituto autonomo case popolari di Caltanissetta, sono più di centocinquanta gli alloggi occupati da famiglie non inserite in graduatoria.
Un fenomeno favorito, spesso, dalla presenza di appartamenti che, per diverso tempo, rimangono vuoti e praticamente incustoditi.
Le risorse in campo, infatti, non consentono un monitoraggio continuo dell’intero patrimonio edilizio in carico allo Iacp.