Gela. Un giro di truffe internazionali è costato caro ad un professionista locale: diventato, a sua insaputa, vittima di esperti in grado di clonare i codici delle carte di credito.
Così, mentre si trovava in Messico per qualche giorno di riposo, ha scoperto che la sua carta di credito veniva contemporaneamente utilizzata a Kuala Lumpur, in Malesia.
L’anomalia è stata denunciata direttamente alle autorità competenti. I primi dubbi sorsero dopo aver analizzato i tabulati bancari che segnavano spese anomale effettuate proprio nella capitale malese. Addirittura, a causa della clonazione subita, la vera carta di credito in suo possesso è stata bloccata.
La truffa gli è costata oltre due mila euro: evidentemente, spesi dal gruppo di abili falsari. Dopo essersi accertato delle uscite autorizzate a sua insaputa, il professionista è riuscito ad inoltrare una denuncia alla polizia postale: allo scopo di rintracciare gli eventuali responsabili.
Durante la fase d’indagine, è stato individuato anche l’albergo al cui interno la carta clonata era stata utilizzata. Il professionista, con l’intento di tutelare la sua posizione, si è rivolto all’avvocato Riccardo Lana.
Dopo le prime segnalazioni, il flusso di denaro è stato definitivamente bloccato dagli operatori bancari. La vittima del raggiro, così, è riuscita a riottenere quanto speso dagli utilizzatori dei codici clonati. Un rimborso legato al fatto di essere riusciti a ricostruire la truffa messa a segno attraverso il meccanismo della clonazione.
Dopo la denuncia, la documentazione dell’intero procedimento è stata trasferita sui tavoli della procura. I magistrati, però, hanno deciso di archiviare l’intera vicenda. Né il professionista né il suo legale, invece, sono riusciti a risalire al meccanismo utilizzato per rubare i codici della carta.
Una vicenda che, sicuramente, sarebbe potuta finire in modo diverso se nessuno si fosse accorto dei flussi di spesa anomali registrati nei tabulati bancari. Un giro, praticamente transnazionale, che, a questo punto, non avrà alcun responsabile.
L’identità di chi spendeva a Kuala Lumpur utilizzando il credito del libero professionista locale rimane avvolta nel mistero delle truffe internazionali.