Gela. Diciotto consiglieri comunali hanno risposto con un documento alle accuse di aver ostacolato l’approvazione del piano commerciale con all’interno il progetto del piano commerciale della Gela Invest.
“Ad oggi il consiglio non è mai stato chiamato ad esprimersi. Consideriamo specioso che chiunque abbia interessi privati, effettui iniziative di carattere mediatico senza che, allo stato, si stia discutendo di alcun progetto”.
L’assise cittadina, a breve, dovrà occuparsi di trattare la revisione del vigente Puc cioè, il piano di programmazione commerciale della città. “Occorre spiegare agli interessati e alla città tutta, che il PUC non è il progetto della Gela Invest. Tale strumento, infatti, riguarda non gli interessi di una singola impresa ma, piuttosto, è rivolto ad una disciplina generale del territorio. E’ giusto chiarire che, a differenza del progetto presentato dalla Società Gela Invest, – il quale abbisogna della approvazione del PUC (essendo l’area in questione attualmente destinata a scopi di carattere “agricolo”), l’area destinata alla realizzazione dell’altra iniziativa, cui fa riferimento la Società Gela Invest nei sopra citati comunicati, non necessita di alcuna espressa variazione (né, tantomeno, di particolari “attivismi”) essendo già destinata, alla allocazione di tali tipi di strutture. Pertanto, in quest’ultimo caso, non era una facoltà del consiglio comunale esprimere un parere di merito sull’insediamento de quo, essendosi soltanto trattato, nello specifico, di una semplice presa d’atto”.
“Assurdo poi quanto verificatosi lunedì 4 gennaio, allorquando la commissione urbanistica, chiamata ad esprimere parere sul PUC, resasi conto che l’atto era “manchevole” della VAS (requisito di legge indispensabile per lo studio dello strumento de quo, come del resto corroborato anche da recente giurisprudenza del TAR Sicilia di Catania), ha rimandato l’atto alla presidenza in quanto privo di un requisito di legge necessario e bene, solamente 20 minuti dopo rispetto a detto invio ai consiglieri comunali è stato recapitata, via e-mail, una nota a firma del rappresentante legale della suddetta Società, nella quale veniva fatto presente che alcuni comuni, nonostante privi della VAS (parere obbligatorio), hanno ugualmente esitato il PUC.Non basta dunque andare sui giornali e “istigare la città” trincerandosi dietro il facile scudo della crisi e dei posti di lavoro per accelerare iter e procedure che richiedono dovute considerazioni e valutazioni.