Gela. Gli investigatori della direzione nazionale antimafia lo considerano, nonostante il tempo trascorso, l’attuale leader dei gruppi locali di cosa nostra: per questa ragione, è scattato il regime del carcere duro per Davide Emmanuello.
Un provvedimento reso definitivo da una pronuncia emessa dai giudici della corte di cassazione. Da circa due anni, Emmanuello non era più sottoposto alle misure dettate dal sistema del 41 bis.
I magistrati del tribunale di sorveglianza di Roma, infatti, avevano revocato il provvedimento firmato dai funzionari del ministero della giustizia e da quelli del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Revoca, però, che venne impugnata: già da alcune settimane, il fratello del boss Daniele Emmanuello è finito nuovamente tra le celle destinate ai detenuti sottoposti al regime del carcere duro.
In sostanza, i giudici di cassazione hanno ribaltato la decisione assunta, nell’ottobre di due anni fa, dai giudici del tribunale di sorveglianza di Roma. Per circa dieci anni, subito dopo il suo arresto, Davide Emmanuello è stato sottoposto alle misure prescritte dal sistema carcerario del 41 bis. Un regime, però, che gli venne revocato per tre volte.
Adesso, dopo il parziale benestare dei giudici del tribunale di sorveglianza romano, è arrivata una quarta comunicazione firmata dai funzionari del ministero della giustizia.
Per questa ragione, Emmanuello è stato trasferito all’interno del penitenziario di Ascoli Piceno. Stando agli inquirenti, infatti, avrebbe conservato, nonostante il lungo periodo di carcerazione, una decisa influenza sull’intero gruppo di cosa nostra. Tesi opposta, quella portata avanti dai legali del boss: che, al contrario, hanno escluso qualsiasi coinvolgimento di Emmanuello nell’attuale organigramma dei gruppi mafiosi. Gli avvocati, infatti, hanno fatto leva sul lungo periodo di detenzione sostenuto da Davide Emmanuello che, per questa ragione, non avrebbe avuto alcuna possibilità di entrare in contatto con gli affiliati. I giudici della corte di cassazione, però, hanno deciso di annullare l’ordinanza firmata dai loro colleghi del tribunale di sorveglianza.
Per Emmmanuello, così, è scattato il regime del carcere duro. L’attenzione degli investigatori sulle sorti della famiglia, fino a qualche anno fa retta da Daniele Emmanuello, non si abbassa: e il nuovo provvedimento notificato al fratello del boss deceduto sembra inserirsi in questo filone.