Gela. Il rapporto della società Caltaqua col territorio rischia di interrompersi bruscamente. Il costo della gestione idrica potrebbe aumentare per i contribuenti, mentre la comunità potrebbe dire addio a 125 milioni di euro di investimenti provenienti da fondi comunitari.
A sostenerlo sono i vertici della società spagnola Caltaqua che ha preso le distanze dalla decisione del Tribunale di Caltanissetta sull’eventuale escussione della garanzia da parte dell’Ato.
“La società si è attivata immediatamente per avviare un giudizio arbitrale contro la decisione del tribunale – fa sapere Caltaqua – che non ha identificato la destinazione dei pagamenti richiesti dall’Ato, riconducendo ad una teoretica necessità di liquidità che dovrebbe essere coperta.
Appare evidente che il canone di 1,2 milioni di euro pretesi dall’Ato risulta assolutamente eccessivo, considerando la struttura operativa degli uffici dell’ambito territoriale ottimale ed il costo dei suoi dipendenti”.
La frattura tra l’Ato e Caltaqua si appresta a risolversi con un’azione legale “che quale possa essere il risultato – prosegue Caltaqua – i costi ricadranno inevitabilmente sui cittadini del territorio provinciale”. A questa somma dovrà essere associato il costo rappresentato dal contributo preteso dall’Ato, “che, quale sia l’importo inevitabilmente sarà computato nella bolletta” – conclude Caltaqua che aggiunge –
“l’escussione da parte dell’Ato della garanzia rappresenterebbe, da un punto di vista formale, un atto ostile che non potrebbe che comportare conseguenze dirompenti per i raporti in essere tra Ato e società di gestione e la definitiva perdita per la comunità di 125 milioni di fondi comunitari”.