Acque agitate al porto isola Eni, spunta una nuova società per l’antincendio: tensione tra gli operatori di Archimede

 
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Gela. Torna la tensione tra i trentaquattro operatori della società siracusana

Archimede, da anni impegnata nel servizio antincendio al porto isola Eni.

La “lotta” al porto isola. Già questa mattina, diversi lavoratori si sono radunati davanti agli uffici della capitaneria. Temono, per l’ennesima volta, di vedere ulteriormente ridimensionata la portata lavorativa del loro gruppo. “Nonostante le recenti ordinanze del Tar Palermo e del Cga – spiegano – la capitaneria continua ad autorizzare altre società ad operare al porto isola. I giudici hanno deciso di sospendere le autorizzazioni rilasciate a Vigilanza soccorso antincendio, ma adesso è stata autorizzata un’altra società che si è appena costituita. Il lavoro al porto isola è ridotto ai minimi storici, noi siamo costretti ai contratti di solidarietà e, per tutta risposta, si autorizzato società delle quali non si sa nulla. Ci risulta che quella appena autorizzata sia una società con sette dipendenti, nostri ex colleghi, e un capitale sociale irrilevante”. Gli operatori di Archimede temono che nonostante lo stop dei giudici amministrativi, chi è stato escluso cerchi di rientrare per il tramite di una società nuova di zecca. “Le autorizzazioni vengono rilasciate in base alle norme – dice il comandante Pietro Carosia – peraltro, il nuovo regolamento che avevo varato è stato sospeso su provvedimento del Tar e, quindi, si applica quello del 1991. La nuova società ha tutte le caratteristiche previste. Non ci sono favori per nessuno. Applico quello che dispone la legge. La capitaneria non affida appalti”. Il carico di lavoro al porto isola Eni, dopo l’avvio della fase di riconversione a green, è drasticamente calato, ma gli interessi economici sembrano ancora attrarre società pronte a sbarcare in città. 

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