Gela. Il flop della mozione di sfiducia al sindaco
non ha ancora smesso di smuovere carte e richieste ufficiali.
I grillini scrivono ancora al presidente e al segretario. Nelle ultime ore, i consiglieri comunali grillini hanno inoltrato una nuova nota al presidente Alessandra Ascia e al segretario generale Pietro Amorosia. Per Simone Morgana, Virginia Farruggia, Vincenzo Giudice e Angelo Amato, la seduta consiliare va ugualmente convocata, nonostante il passo indietro di Maria Pingo, che alla fine ha scelto di ritirare la firma apposta sulla mozione unitaria. La linea dei cinquestelle è sempre quella, “non c’è alcuna possibilità di ritirare la firma su un atto già chiuso e protocollato – spiega il capogruppo Simone Morgana – siamo convinti che il presidente Ascia debba ugualmente convocare la seduta e solo in quella sede chi non vuol più sfiduciare il sindaco potrà tranquillamente dichiararlo”.
Il “verdetto” della Regione. La questione, però, sembra destinata ad arrivare sui tavoli dei tecnici della Regione. Il consigliere comunale di DiventeràBellssima Giovanni Panebianco, infatti, ha inoltrato un atto di diffida, indirizzato al presidente Ascia e al segretario generale Amorosia. Per l’esponente del gruppo di Nello Musumeci, la convocazione della seduta non può essere stoppata. “Nella nota che ho inoltrato al segretario generale – dice – chiedo che gli atti vengano trasmessi al dipartimento delle autonomie locali, di modo che i funzionari della Regione possano valutarli. Intanto, dato che la richiesta della Pingo è fondata solo su una comunicazione di posta certificata, allora anche io ho chiesto, con lo stesso sistema, di poter aderire alla mozione, mantenendo le dodici firme”. Allo stesso tempo, però, il presidente Ascia sembra aver già ricevuto rassicurazioni da Palermo, anche in forza di un parere rilasciato dall’ufficio legale. Il passo indietro del consigliere Pingo farebbe decadere l’intera mozione di sfiducia. “Ho chiesto che gli atti vengano trasmessi alla Regione – conclude Panebianco – anche perché, se le norme non venissero rispettate, il presidente Ascia potrebbe incorrere nel rischio della decadenza. Un parere dell’ufficio legale della Regione non è una norma di legge”. Insomma, in municipio la sfiducia è saltata, ma non si sa mai.