Gela. C’è anche il nome di Maurizio Nassi nel registro degli indagati nell’abito dell’inchiesta sul calcioscommesse che sta facendo tremare il calcio nazionale. L’ex attaccante del Gela, adesso in seconda divisione con l’Alessandria Calcio, figura nel lungo elenco di deferimenti emesso dalla Procura Federale.
Il calciatore taorminese sarebbe stato coinvolto, secondo il procuratore Palazzi, nel tentativo di alterare due gare. In particolare le indagini riguardano le gare Ancona – Albinoleffe del 17 gennaio 2009 e Ancona – Mantova del 30 maggio 2010, quando l’attaccante vestiva le maglie di Ancona e Mantova. Insieme a Nassi indagati anche Comazzi e Matronunzio per la gara Ancona- Albinoleffe, Bellodi e Tomas Locatelli per Ancona – Mantova.
Si tratta di un atto dovuto, che non coinvolgerà soltanto questi giocatori ma tutti coloro che sono stati nominati da Carlo Gervasoni durante gli interrogatori compiuti dalla Procura di Cremona. La gara Ancona-Mantova di due anni fa, finì 2-2 e sancì la retrocessione in Lega Pro del Mantova.
Questo il racconto di Gervasoni davanti ai magistrati: «Il 30 maggio 2010, senza che alle spalle ci fossero gli zingari, abbiamo cercato di comprare la sconfitta dell’Ancona o almeno di concludere un accordo che consentisse di “guardare” gli altri risultati delle partite per la salvezza che si disputavano contemporaneamente. Fu Magalini ( ex direttore sportivo del Mantova, ndr) a darci la macchina della società per recarci ai luoghi dell’appuntamento con giocatori dell’Ancona. Vi fu un primo incontro in un parcheggio nel quale io, Locatelli, Bellodi e Nassi vedemmo Mastronunzio dell’Ancona. Lui si riservò di darci una risposta dopo averne parlato con i suoi compagni. In un secondo incontro, dopo cena, oltre a noi quattro Mastronunzio si presentò con Cristante, De Falco e Colacone. Noi (parlò soprattutto Locatelli), dopo aver prospettato la possibilità di vincere, come ipotesi subordinata di accordo indicammo la possibilità di tirare a lungo la partita su un risultato di parità, in modo da rinviare negli ultimi dieci minuti l’incontro vero e proprio, in attesa di sapere i risultati dagli altri campi. L’accordo non venne concluso in quanto quelli dell’Ancona avevano paura e non si fidavano».
Maurizio Nassi, dal canto suo, definisce «una coltellata» la sola idea che qualcuno a Mantova possa nutrire sospetti sul suo conto: «Quell’anno, come in tutta la mia carriera, ho sputato sangue dall’inizio alla fine per il bene della squadra ed essere accostato a certe vicende mi fa male. Ci vuole poco: il tuo nome compare al fianco di quelli che hanno venduto le partite e chi segue distrattamente le cose chissà che va a pensare».
«La realtà – insiste l’attaccante – è che non ho fatto nulla, come ho detto nell’audizione alla procura Figc. Il colloquio è durato appena un quarto d’ora, il tempo di chiarire la mia assoluta estraneità ai fatti di cui si parlava». Vale a dire la tentata combine di Ancona-Mantova. Un tentativo non andato in porto e che comunque – anche secondo l’«accusatore» Gervasoni – non aveva nulla a che fare con le scommesse ma era esclusivamente legato alla volontà dei biancorossi di centrare la salvezza nell’ultima giornata di campionato. «Io al riguardo sono tranquillo perché non ho fatto niente – conclude Nassi – e a Roma ho visto completamente sereni anche Tomas e Mirko. Al riguardo non avevo certo dubbi».