Gela. “Il nostro è sempre stato un atteggiamento laico, non siamo
mai stati convinti dell’opportunità politica di discutere un atto tanto importante come la sfiducia al sindaco a ridosso delle regionali”.
“Condivido le motivazioni della Pingo”. Il dem Guido Siragusa si schiera con la scelta di Maria Pingo, l’ex vicepresidente del consiglio comunale che ha scelto di ritirare la sua firma, nonostante fosse tra i dodici della sfiducia a Messinese. “Le motivazioni fornite sono piuttosto chiare – continua – certamente, le condivido. Purtroppo, qualcuno, da mesi, cerca di tirarsi la volata elettorale proprio facendo leva sulla sfiducia. Credo che quello della Pingo sia un messaggio, non troppo indiretto, verso chi ha cercato di forzare la mano, probabilmente per ragioni che non sono politiche. Chi viene eletto in un’istituzione come il consiglio ha l’obbligo di essere imparziale. Ovviamente, se ci sono state delle forzature, prima o poi emergeranno”. Per i dem, quindi, la bagarre sulla sfiducia al sindaco si chiude con la firma ritirata dalla Pingo. “La nota dell’ufficio legale della Regione è chiarissima – dice ancora – non ci servono azzeccagarbugli né tra i consiglieri né tra i burocrati. Sarebbe grave, infatti, suggerire al presidente Ascia di convocare ugualmente la seduta, violando le norme”.
“Nessun sostegno a Messinese”. Ma cosa c’è davvero dietro al “c’ho ripensato” dell’ex crocettiana Maria Pingo? Che ruolo ha avuto il centrosinistra, con in testa il Pd, in questa paradossale vicenda? “Il centrosinistra, almeno per quanto riguarda il Partito Democratico – conclude Siragusa – non ha alcuna intenzione di appoggiare il sindaco Domenico Messinese. Abbiamo perso le elezioni e l’unico modo per tornare a guidare la città è vincere le prossime amministrative. Il Pd, ribadisco, non ha in alcun modo orientato le scelte di Maria Pingo. E’ assurdo. Vorrei capire, invece, perché, se tanti erano interessati a sfiduciare questa giunta, solo in dodici hanno firmato la mozione? Non riesco a comprenderlo”. Insomma, i dem si tirano fuori dal tavolo delle strategie, più o meno nascoste, pianificate per salvare Messinese e i suoi. Tre anni, comunque, sono lunghi e tutto può ancora accadere, ad iniziare dagli equilibri in giunta nel post regionali.