“La seduta sulla sfiducia va convocata”, i grillini pronti a chiedere l’intervento di Amorosia: Morgana, “un teatrino vergognoso…le regole vanno rispettate”

 
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Gela. “Un teatrino vergognoso. Stiamo mancando di rispetto ai cittadini che ci hanno votati”.


“La seduta va convocata”. E’ dura la reazione del capogruppo del Movimento cinque stelle Simone Morgana, dopo il passo indietro di Maria Pingo, tra i firmatari della mozione di sfiducia, che ha però deciso di ritirare la firma, mentre si attendeva solo la convocazione della seduta di discussione. “Non esiste alcun ritiro della firma – dice Morgana – la mozione di sfiducia è un atto a formazione collettiva, peraltro già protocollato. Così come si presenta in dodici, può essere ritirato solo se i dodici firmatari lo decidano con un atto condiviso. Il presidente Alessandra Ascia ha l’obbligo di convocare la seduta per discutere la sfiducia al sindaco. In caso contrario, violerebbe le norme. Se il consigliere Pingo ha deciso di non voler più sfiduciare la giunta, potrà dirlo in aula. Probabilmente, qualcuno ha capito che questa sfiducia, in aula, può anche passare e sono partite le manovre politiche”. I grillini sono già pronti a rivolgersi al segretario generale dell’ente Pietro Amorosia. “Senza la convocazione della seduta – spiega ancora – scriveremo ufficialmente al segretario generale. E’ lui il notaio ultimo”.

Chi aiuterà il sindaco? Cosa ci sia dietro a questo fulmineo passo indietro è ancora presto per dirlo. L’ex crocettiana Pingo, adesso confluita nel gruppo misto, ha giustificato la scelta, ritenendo che il tema della sfiducia sia al centro di troppe strumentalizzazioni politiche, soprattutto in questa fase di campagna elettorale. Di certo, l’aiutino al sindaco e alla sua giunta sembra arrivare soprattutto dalle fila, piuttosto variegate, di un centrosinistra che, salvo le parentesi di Sicilia Futura e Articolo 1, non è mai stato granché interessato a forzare la mano, ad iniziare dai consiglieri del Pd. Maria Pingo ha appena rotto con Crocetta, ma potrebbe comunque mantenersi tra i banchi del centrosinistra. Nel corso dell’ultima visita ufficiale a Palazzo di Città, proprio Crocetta era stato fin troppo chiaro nel sostenere che i “sindaci vanno fatti lavorare”.

La nota dell’ufficio legale della Regione. Allo stesso tempo, spunta una nota, datata 2007, ma firmata dai tecnici dell’ufficio legislativo e legale della Regione. Gli esperti palermitani, in quel caso, erano chiamati a valutare alcuni quesiti, proprio in materia di mozione di sfiducia, sollevati dalla presidenza del consiglio comunale di Piazza Armerina. La vicenda è analoga a quella del ritiro della firma, prima della discussione in aula. “Qualora, a seguito del ritiro di una o più adesioni – si legge nella nota – il numero dei firmatari rimasti sia inferiore ai due quinti dei consiglieri assegnati, la mozione di sfiducia si considera ritirata e, ove la discussione sia già iniziata, la seduta non potrà che essere chiusa senza porre in votazione il documento”. Così, all’epoca, scriveva l’avvocato generale Francesco Castaldi. In municipio, invece, è un susseguirsi di mosse e contromosse, più o meno politiche.  

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