L’inchiesta “Donne d’onore”, i Liardo al riesame: un presunto giro di droga ed estorsioni controllato dal carcere

 
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Gela. Dopo gli arresti di settembre, si rivolgono ai giudici del tribunale

del riesame di Caltanissetta.

L’inchiesta “Donne d’onore”. Per i pm della Direzione distrettuale antimafia e per i carabinieri, avrebbero gestito un giro di droga ed estorsioni, con a capo il quarantaduenne Nicola Liardo. Il presunto capo sarebbe riuscito ad impartire ordini dal carcere, dove è detenuto da tempo, avendo come sponda principale per la fornitura di droga il catanese trentanovenne Salvatore Crisafulli. Nell’inchiesta, ribattezzata “Donne d’onore”, sono entrati anche la moglie di Liardo, Monia Greco, e i giovani figli Giuseppe e Dorotea, oltre a Salvatore Raniolo e Maria Teresa Chiaramonte, compagna di Crisafulli. Domani, al riesame, i difensori dei Liardo e di Raniolo, gli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello, contesteranno il contenuto dell’ordinanza, chiedendo eventualmente misure alternative. Il presunto capo Nicola Liardo, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha scelto di non parlare. Si sono difesi, invece, negando qualsiasi coinvolgimento in attività di spaccio e messa a posto, tutti gli altri indagati.

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