Gela. Morì nell’aprile di tre anni fa, mentre lavorava in raffineria.
La morte dell’operaio. Il dibattimento si aprirà a dicembre, davanti al giudice Ersilia Guzzetta. Per Antonio Vizzini non ci fu nulla da fare. Fatale sarebbe stata una manovra del gruista che l’avrebbe travolto. La vittima era allora dipendente della società Lorefice&Ponzio ed era impegnato nei lavori su una delle caldaie della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Dopo il rinvio a giudizio degli imputati, che devono rispondere di omicidio colposo, il dibattimento si sarebbe dovuto aprire lo scorso martedì. Il procedimento penale, però, passa ad un altro giudice, tabellarmente competente, e dovrebbe prendere il via proprio a dicembre. Lo scorso febbraio, il gup del tribunale ha rinviato a giudizio Domenico e Leandro Lorefice, Angelo Vergati, Giuseppe Antonuccio, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici, Orazio Fidone e Stefano Lo Coco. Si tratta dei proprietari del gruppo Lorefice&Ponzio, dei responsabili della sicurezza e dello stesso gruista che manovrava quella mattina dell’aprile di tre anni fa. Parti civili, già in udienza preliminare, sono la moglie e i figli del lavoratore, rappresentati dagli avvocati Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Giuseppe Ferrara e Dalila Di Dio. Davanti al gup, i difensori, tra questi gli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello e Katia Lo Coco, si erano opposti al rinvio a giudizio degli imputati, mettendo in dubbio anche le modalità di effettuazione degli accertamenti tecnici compiuti nel cantiere. In aula, però, si tornerà a dicembre.