Gela. Un “ritocco” alla giunta? “Non vedo perché dovrei darlo.
In due anni abbiamo ottenuto quello che precedenti amministrazioni comunali non sono riuscite a conseguire neanche in cinque anni”.
“In due anni abbiamo ottenuto più delle giunte precedenti”. Il sindaco Domenico Messinese, nonostante la discussione sulla mozione di sfiducia sia alle porte, non sembra intenzionato a fare passi indietro. Dopo la rottura, non si sa quanto definitiva, con il gruppo di centrodestra, il sindaco una maggioranza dovrà comunque trovarsela, sempre che il consiglio comunale non decida veramente di porre fine, in anticipo, alla sua esperienza amministrativa. L’eventuale intesa con quelli di centrosinistra non appare una strada praticabile, almeno per ora. “In aula – continua – spiegherò quello che abbiamo già ottenuto per questa città e quello che vogliamo ancora raggiungere. Il piano regolatore, adesso, è realtà, ma bisogna fare in fretta perché è da migliorare e adeguare. Stiamo chiudendo anche la vicenda Agroverde e puntiamo al polo logistico del gas naturale liquefatto. Gli obiettivi non si ottengono per caso, ma solo lavorando ogni giorno, come siamo abituati a fare noi. La sfiducia? I consiglieri fanno bene a discuterla in aula. Evidentemente, non sono convinti del nostro operato”. Messinese, negli ultimi giorni, ha depositato la relazione annuale che dovrebbe arrivare in aula. “E’ aggiornata fino al periodo di maggio-giugno di quest’anno – continua – non so ancora se la illustrerò nel corso della seduta sulla mozione di sfiducia. Sono circa centottanta pagine”.
Messinese all’Ars sceglie…Caci. Neanche la corsa all’Ars sembra un argomento avulso dai pensieri della giunta. “Onestamente – conclude il sindaco – non capisco tutti questi candidati locali che preferiscono parlare di mozione di sfiducia piuttosto che informare i loro potenziali elettori e spiegare concretamente i programmi. Preferenze per l’Ars? Non voglio prendere posizione. Fino ad ora, il candidato con le idee programmatiche più concrete, almeno per il territorio, mi è sembrato Angelo Caci”. Insomma, ritorna il candidato dell’ultimo momento, tra i meno attesi ai nastri di partenza in vista delle regionali, che schierato tra le fila degli alfaniani di Alternativa Popolare, è ritenuto vicino al vicesindaco Simone Siciliano, braccio destro di Messinese. La giunta e i vertici di Sviluppo Democratico, il movimento politico fondato dai sostenitori del primo cittadino, hanno sempre smentito di aver “piazzato” Caci nella lista degli alfaniani. “I contatti personali o professionali non possono essere trasformati in sostegni politici – hanno spiegato qualche giorno fa i vertici di Sviluppo Democratico – non sempre due più due fa quattro. In ogni elezione a livello territoriale, tutti abbiamo amici o parenti, in tutti i partiti”. Caso vuole, però, che il sindaco, tra i dieci in lizza per l’Ars, sia stato “folgorato” proprio dalle doti di Angelo Caci. La sfiducia incombe e convincere trenta consiglieri non sarà semplice, sempre che abbiano la volontà di lasciare il posto con tre anni di anticipo.