Gela. “Chiedo scusa e sono pronto a risarcire i danni, ma io
non volevo uccidere nessuno”.
L’anziano ferito. Il quarantunenne Gaetano Davide Alfieri ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari Lirio Conti, che lo ha sentito nel carcere di Balate, dove è recluso. Alfieri è accusato di tentato omicidio e del tentativo di furto all’interno di un’abitazione rurale. In base a quanto ricostruito dai pm della procura e dai finanzieri dell’aliquota di polizia giudiziaria, l’indagato avrebbe colpito un novantenne, proprietario dell’abitazione, facendogli cadere addosso un blocco di tufo da quasi dieci chili. Solo per una fortuita casualità, l’anziano non ha subito conseguenze peggiori. E’ stato colpito in più parti del corpo, riportando solo delle fratture. “Ero entrato in quella proprietà – avrebbe proseguito Alfieri – alla ricerca di ferro vecchio da rivendere. Ero salito sul tetto e il tufo mi serviva per arrampicarmi e portare via l’antenna. Ho sentito dei rumori, mi sono affacciato, ho perso l’equilibrio e il tufo è caduto giù, dove c’era l’anziano”. Difeso dall’avvocato Salvo Macrì, Alfieri ha fornito la sua versione dei fatti, escludendo che fosse entrato con l’intenzione di uccidere il proprietario. Ad incastrarlo, sarebbero state le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza dell’abitazione.