Gli uomini della nuova stidda, Nobile e Curvà in appello: le difese producono i verbali di due imprenditori

 
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Gela. Si riapre l’istruttoria dibattimentale dopo le pesanti condanne emesse

in primo grado e pronunciate dai giudici del collegio penale del tribunale di Gela.

Le condanne impugnate in appello. Il ventinovenne Ettore Nobile e il trentottenne Carmelo Curvà sono accusati di far parte del gruppo della nuova stidda. Vennero arrestati a conclusione dell’inchiesta “Agorà”, incentrata sugli uomini di fiducia del presunto boss Emanuele Palazzo. In primo grado, Nobile venne condannato a nove anni di reclusione. Nove anni e quattro mesi, invece, per Curvà. Quei verdetti sono stati impugnati dai loro difensori di fiducia, gli avvocati Nicoletta Cauchi e Flavio Sinatra. Adesso, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno deciso di acquisire le dichiarazioni rese da due imprenditori che avrebbero negato di aver subito richieste estorsive dagli imputati. Inoltre, verrà sentito Simone Nicastro, considerato dagli inquirenti uno dei principali riferimenti della nuova stidda in città. I difensori, già in primo grado, avevano contestato la ricostruzione resa da Davide Nicastro che legava i due imputati al gruppo degli stiddari. I giudici nisseni, così, hanno accolto le richieste difensive e in aula si tornerà a novembre.

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