Gela. 250 metri in circa cinquant’anni e le spiagge del litorale rischiano di morire a causa di un costante fenomeno di erosione del dorsale costiero. La denuncia arriva direttamente dai ricercatori del progetto Life Leopoldia
che, da mesi, hanno avviato attività di studio nel tentativo di riportare alla sua originaria presenza la fascia dunale che caratterizza quest’area. Dagli approfondimenti svolti, così, è emerso che lungo il litorale di Macconi il fenomeno erosivo ha portato via una media di circa 250 metri di spiaggia. “L’arretramento della linea di riva – spiegano i ricercatori che collaborano con i volontari della riserva Biviere – è frequentemente associato alla demolizione delle dune, all’abusivismo nelle zone costiere e demaniali, allo sbarramento di corsi, torrenti ed alvei che impedisce l’apporto di sabbie per i litorali. I sistemi dunali costituiscono allo stesso tempo un argine naturale alle acque alte, una protezione per gli ambienti di retrospiaggia e un accumulo di sabbia in grado di alimentare la spiaggia e quindi di contrastare in parte gli effetti dell’erosione. Da qui l’importanza della salvaguardia o ricostruzione delle dune costiere. Le dune sono un sistema mobile ed estremamente fragile, la rimozione della vegetazione, il calpestio o addirittura lo sbancamento provocano l’ingresso di vento e acqua che portano la sabbia verso l’entroterra dove sono sorte strade, costruzioni che non sono in grado di trattenerla”.
L’edilizia a tutti i costi e una speculazione agricola non sempre foriera di effetti positivi sono, stando ai ricercatori, tra le cause principali dell’erosione e della morte di centinaia di metri di spiaggia. “Dimenticare il problema – concludono – non lo risolve, agire con più lungimiranza oggi, come dieci anni fa, ci permetterebbe di godere di un patrimonio intatto. Ci auguriamo che pubblico e privato si incontrino per realizzare un grande obiettivo di recupero di tutta la costa meridionale della Sicilia”.