Gela. Per ben due volte inviato al settore comunale competente e, poi, il silenzio piùassoluto. E’ il destino toccato al regolamento sulla sosta a pagamento che avrebbe dovuto aprire la strada alla gara per affidare il servizio.
Un silenzio ancor più significativo soprattutto davanti all’inchiesta che sta interessando proprio l’assegnazione provvisoria di quest’appalto.
“Abbiamo fatto il nostro dovere in pieno – spiega il consigliere comunale dell’Udc e componente della commissione sviluppo economico di Palazzo di Città Guido Siragusa – la prima volta, inviammo al settore di riferimento il nuovo regolamento da portare, in tempi celeri, in consiglio comunale. Ritornò indietro perché ci venivano chiesti alcuni aggiustamenti. Li abbiamo inseriti e il regolamento è stato nuovamente inviato al settore. Da lì, non abbiamo più saputo nulla e sono passati invano diversi mesi”.
Senza il nuovo regolamento non sarebbe stato possibile definire il bando di gara per assegnare il servizio che, intanto, dopo la proroga, continua ad essere gestito dalla società Blu Line in base al vecchio regime tariffario.
“Non credo ai processi fatti in piazza – continua Siragusa – allo stesso tempo, posso confermare che, insieme agli altri componenti della commissione compreso il presidente Terenziano Di Stefano, abbiamo più volte chiesto chiarimenti sul perché il regolamento non fosse arrivato in consiglio comunale. Sicuramente, se qualcuno ha sbagliato, dovrà dare conto e ragione”.
Già in estate, i rilievi giunti dalla procura della Corte dei conti avevano sollevato dubbi sulla frequenza degli affidamenti di servizi e appalti. “In ordine alle spese – scrivevano i magistrati della procura presso la Corte dei conti regionale – vale rilevare la necessità di monitorare attentamente il ricorso alle procedure d’affidamento diretto e all’istituto della proroga contrattuale. La sezione invita l’amministrazione comunale ad intervenire con decisone e tempestività al fine di monitorare costantemente l’attività contrattuale dell’ente che si caratterizza per un eccessivo ricorso alle procedure negoziate e agli affidamenti diretti. Appare infine censurabile – continuano i giudici – il frequente ricorso alla proroga contrattuale, posto che la stessa costituisce un istituto di carattere eccezionale, in contrasto con il divieto di rinnovazione dei contratti pubblici ed indicativo di un’inadeguatezza dell’attività di programmazione delle attività negoziali, posto che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto tempestivamente organizzarsi in vista delle imminenti scadenze contrattuali”. Insomma, quasi un monito.
“Se c’è stato il ricorso a questi affidamenti – conclude il consigliere – credo si debbano valutare anche le condizioni nelle quali si opera. L’amministrazione comunale, molto spesso, non può rischiare di far saltare servizi essenziali davanti ai tempi lunghi della burocrazia municipale”.