Gela. “Sicuramente, il geometra Salvatore Burgio ha incontrato Carmelo Billizzi. Non ricordo se, invece, ci furono incontri con altri esponenti di cosa nostra come Francesco Vella e Fortunato Ferracane”.
Dichiarazioni rese in aula, durante l’ultima delle udienze del processo aperto davanti alla corte presieduta dal giudice Paolo Fiore affiancato dai magistrati Manuela Matta e Vincenzo Di Blasi, da uno degli investigatori della squadra mobile di Caltanissetta che si sono occupati di seguire la maxi inchiesta antimafia “Tetragona”.
“Le indagini sono durate per diversi mesi – ha proseguito rispondendo alle domande formulate dal pubblico ministero Gabriele Paci e dal difensore del geometra l’avvocato Antonio Gagliano – sono state effettuate anche delle videoriprese nell’area dello studio di Salvatore Burgio”.
Nel corso dell’udienza, c’è stato spazio anche per la deposizione del collaboratore di giustizia Angelo Cavaleri che ha, in parte, ricostruito una breve cronistoria delle attività del gruppo di cosa nostra locale.
“All’inizio degli anni novanta – ha ammesso – la droga, soprattutto cocaina ed eroina, l’acquistavamo anche dai calabresi. Io personalmente mi recai a San Luca per prenderne un quantitativo da portare in città. Successivamente, la consegnai a Paolo Portelli”.
Un legame, quello tra la famiglia Emmanuello e i boss calabresi, confermato dal funzionario della squadra mobile di Caltanissetta sentito in aula.
“Per quanto riguarda Armando D’Arma – ha detto ancora Cavaleri – si occupava delle estorsioni. Alcune volte, mi confermò di aver incontrato direttamente lo stesso Daniele Emmanuello”.
Non sono mancati neanche i riferimenti al presunto nucleo genovese di cosa nostra, capeggiato da Emanuele Monachella e Vincenzo Morso. Nonostante le ammissioni giunte dal funzionario di polizia sentito, l’avvocato Giacomo Ventura ha comunque contestato le accuse mosse nei confronti di Monachella che, nei periodi finiti al centro delle indagini, sarebbe stato raggiunto da provvedimenti di custodia cautelare in carcere. Nella prossima udienza del 9 aprile, stando alle richieste giunte dagli avvocati della difesa, potrebbero essere sentiti alcuni imprenditori finiti al centro delle attenzioni del gruppo mafioso degli Emmanuello.
L’avvocato Danilo Tipo, infatti, ha chiesto di poter ascoltare Emanuele Mondello, tra i titolari dell’omonimo gruppo edile.