Gela. Riparte il progetto Sepias, finanziato dal ministero della Salute finalizzato questa volta a stabilire la presenza o meno di arsenico nella popolazione. E’ il secondo step dopo il progetto Sebiomag, che portò alla rivelazione della presenza di arsenico nel sangue delal metà dei volontari cui venne effettuato un prelievo di sangue.
I volontari, donne e uomini di età compresa tra i 20 e 44 anni, devono essere residenti a Gela, ma anche nella vicina Niscemi, Butera e Mazzarino, considerata area ad elevato rischio ambientale.
L’obiettivo del piano di sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica è quello di verificare se l’arsenico trovato nelle acque, nell’aria e nel terreno sia entrato in contatto i residenti del capoluogo ionico, in che modo e in quale quantità. Rispetto alla prima indagine oltre al prelievo di sangue verranno effettuati esami cardiologici in ospedale.
Le aree scelte per la ricerca in tutta Italia sono quattro: un’area della provincia di Viterbo nel Lazio, il Monte Amiata in Toscana, il comune di Taranto in Puglia e l’area di Gela in Sicilia. I volontari prima di sottoporsi alla visita cardiologica e agli esami di urine e sangue, saranno intervistati sulle loro abitudini di vita.