Gela. Mentre domani ci si prepara a celebrare il Consiglio Comunale straordinario di fronte al “Green Stream” il metanodotto Libia-Italia di cui ENI è proprietaria al 75% e che rifornisce di gas l’Italia e l’Europa, il sindaco di Gela Angelo Fasulo ha diffuso oggi un documento in merito alla questione della Raffineria.
Di seguito il testo integrale del documento: “Gela dice Basta all’abbandono insensato di un intero territorio! La città grida a gran voce la necessità di una lotta compatta a salvaguardia del lavoro. Basta al silenzio ed al disimpegno! Il “Caso-Gela” non può più essere considerato un caso circoscritto, ma un caso che rappresenta la crisi del sistema dell’industria della raffinazione che coinvolge la Sicilia e l’Italia intera. Proprio per questo è inaccettabile il silenzio assordante della politica e dell’imprenditoria a tutti i livelli sulla “Questione ENI”.
L’impressione è che ciò che sta succedendo non sia stato compreso a pieno, e la scelta di disimpegno sul territorio fatta dall’Eni sia vissuta con estrema superficialità. Ogni giorno che passa ci sentiamo sempre più abbandonati da chi, come Istituzione, dovrebbe far pesare la propria voce in capitolo.
Ad oggi solo il Presidente Crocetta ed i sindacati, insieme all’Amministrazione, al Consiglio Comunale e ai tanti sindaci del territorio, si stanno spendendo per trovare soluzione a quello che potrebbe trasformarsi nel baratro sociale ed economico non solo della nostra città, ma dell’intera Sicilia. Dal resto della Politica, regionale e nazionale, solo indifferenza e silenzio.
Non è più il momento di temporeggiare, serve un dibattito a più voci, tra i diversi protagonisti istituzionali e sociali, nazionali, regionali e comunali. È fondamentale ridare dignità ai nostri lavoratori, ad un territorio in sofferenza, ad una Regione che sta subendo la morte della politica industriale.Chiediamo ai Parlamentari siciliani, regionali e nazionali, all’imprenditoria sana, alle forze sociali di ritrovare un’unità, mai cercata fino in fondo, per poter ipotizzare insieme linee di intervento possibili a tutela dell’occupazione.
Chiediamo alla politica e alle Istituzioni un intervento deciso che sia in grado di sposare le esigenze di tutela della salute con quelle di tutela del lavoro e dell’occupazione, in un’ottica di sviluppo diversificato e compatibile.
Abbiamo già pagato un prezzo carissimo allo sviluppo e all’industria, la stessa industria che oggi ci sbatte in faccia la fine di ogni prospettiva occupazionale. Gela non ci sta! La nostra comunità, fatta di uomini, donne, famiglie, lavoratori e lavoratrici spremuti e abbandonati, oggi dice basta a questa azione scriteriata e all’indifferenza nella quale si sta consumando.
Ai Parlamentari siciliani, Regionali e Nazionali diciamo che è finito il tempo del silenzio. È questo il momento di intervenire e prendersi la responsabilità delle scelte che il ruolo impone.
Lo dovete al Paese, alla Sicilia e al nostro territorio, lo dovete alle nostra comunità, lo dovete a quei lavoratori che dopo anni di sacrifici oggi guardano a voi con trepidazione e speranza e soprattutto lo dovete all’onorabilità del ruolo che ricoprite. Noi non staremo in silenzio nell’attesa che questo dramma sociale si esaurisca nell’indifferenza generale. Non è più il momento del silenzio, è il momento delle responsabilità e delle scelte”.