Gela. C’è chi si è avvalso della facoltà di non rispondere e chi invece ha voluto fornire le proprie giustificazioni. Sono stati tutti interrogati i dodici indagati coinvolti nel blitz antidroga “bombola d’oro”.
Hanno risposto alle domande del Gip Veronica Vaccaro ad esempio Salvatore Arizzi e Vincenzo Ieva, assistiti dall’avvocato Flavio Sinatra. Arizzi, che avrebbe fornito lo stupefacente ad un imprenditore, frequentava soprattutto Luigi Morinello. Ha parlato anche Ieva, mentre ha preferito trincerarsi dietro il silenzio Pietro Caruso, difeso dall’avvocato Raffaella Nastasi. Ha fornito la sua versione dei fatti anche Angelo Famao, assistito dal legale Carmelo Tuccio. “Conoscevo Morinello solo per motivi di lavoro – ha detto l’indagato al magistrato – mi aveva ordinato alcuni lavori a casa (Famao fa l’imbianchino) e le mie frequentazioni si sono limitate al periodo tra febbraio e marzo dello scorso anno”. L’indagato si è detto pronto a dimostrare anche documentalmente quel che ha detto. In silenzio invece Orazio Tosto, cui viene contestato un solo episodio di spaccio.
Tra le pieghe delle oltre 600 pagine dell’ordinanza emerge come tra i clienti vi fossero non solo studenti e imprenditori, ma anche un medico. Un professionista che si sarebbe fatto portare sin sul posto di lavoro le dosi di coca da diversi pusher.
Anche Antonio Radicia e Giuseppe Domicoli hanno parlato, assumendosi le responsabilità. I due che gestiscono un bar in via Crispi, assistiti dall’avvocato Davide Limoncello, hanno detto di essere degli assuntori e di rifornirsi a Catania. Hanno ammesso due episodi di cessione a Morinello, ma di modiche quantità. Cinzia Valenti, moglie di Nunzio Attardi, ha detto di non sapere nulla dello spaccio. Quando il merito le diceva di prendere “due caramelle”, si sarebbe riferito ad un pacchetto di pasticche per la gola.