Gela. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza dei tumori; durante il trattamento della malattia e dopo la malattia stessa.
Questi sono i temi affrontati durante il convegno intitolato “Alimentazione e Tumori”, svoltosi ieri pomeriggio presso l’auditorium dell’ospedale Vittorio Emanuele; organizzato da Roberto Valenza, primario del reparto di oncologia e Paolo Tralongo, trattenuto, però, per motivi istituzionali a Siracusa per il progetto della radioterapia.
Un incontro patrocinato dal comune di Gela e da quello di Butera, promosso dall’associazione Fondere Assistenza Ricerca Cancro e Cultura. Hanno relazionato Angela Lo Bello, presidente dell’associazione F.a.r.c. & c.; gli oncologi S. Rametta Giuliano; F. Romano e V. Pumo.
“L’american istitute for cancer research ha calcolato che le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa tre tumori su dieci. In alcuni cibi, soprattutto quelli industriali e precotti sono presenti delle sostanze che hanno lo scopo di aumentarne la palatabilità. Queste appartengono al grande gruppo dei cancerogeni chimici. In questa grande famiglia individuiamo i nitriti e nitrati, utilizzati per la conservazione dei salumi; le aflatossine, i grassi e le proteine animali”, afferma l’oncologo siracusano Giuliano.
“Una regola è quella dell’emozione: assortire il più possibile i colori e curare l’estetica della tavola è fondamentale per ripristinare il rapporto del malato con il cibo, rapporto che si annulla dopo una cura intensiva di chemio e l’inevitabile senso di inappetenza e opposizione che ne deriva”, spiega la psicologa S. Gradito.
“E’ un modello che ancora deve trovare fondatezza, ma è sempre più dimostrato che 48 ore di digiuno prima della chemio terapia aumenta l’efficacia della terapia stessa” ha spiegato il dottore F. Romano.
E poi: “ Frutta e verdura, ricche in fibre e in sostante antiossidanti, svolgono una vera e propria azione antitumorale. Se una delle principali cause dell’insorgenza dei tumori a Gela fosse proprio la catena alimentare, soggetta a rischio contaminazione, come potreste realmente difendervi con le vostre abitudini alimentari quotidiane? Non saprei cosa rispondervi, questo è un quesito che dovreste porre alla reale attenzione della pubblica amministrazione. Seguendo la logica di tale preoccupazione, dovreste cambiare città”.