Gela. Una presunta banda del falso che, fra le tante tappe italiane, avrebbe scelto anche la concessionaria d’auto gestita da Giovanni Amarù in via Venezia per mettere a segno un fruttuoso colpo.
Davanti al giudice Fabrizio Molinari, così, è andata in scena una nuova udienza del processo a carico dei tre presunti protagonisti della truffa. Imputati, infatti, sono Letizia Pignatelli, Ciro Della Noce e Rosario D’Ausilio.
Un gruppo composto da una pugliese e due campani. Stando all’accusa, avrebbero utilizzato documenti falsi e aperto le pratiche per l’acquisto di una Renault Clio: per poi fuggire una volta ottenuta la vettura.
Addirittura, come spiegato in aula da un investigatore della polizia che si è occupato di coordinare le indagini, uno dei telefoni cellulari utilizzati dalla presunta banda avrebbe funzionato, nel corso del tempo, con l’utilizzo di oltre duemila sim.
Uno stratagemma destinato a far perdere le tracce durante le loro fughe. Le schede, non a caso, sarebbero state intestate a cittadini stranieri o del tutto inesistenti. Gli investigatori, però, hanno seguito gli spostamenti dei tre anche dopo il loro allontanamento dalla Sicilia. Tabulati telefonici, documenti d’imbarco e ogni altra traccia utile alla ricostruzione sono finiti sotto la lente d’ingrandimento degli agenti.
Letizia Pignatelli, difesa dall’avvocato Angelo Licata, si sarebbe presentata davanti ai gestori della concessionaria utilizzando un nominativo falso.
Anche i documenti necessari all’avvio delle pratiche di finanziamento sarebbero stati del tutto irregolari. Antonietta Glorioso, falsa identità della Pignatelli, avrebbe personalmente attivato la richiesta prima di fuggire con l’auto insieme a Della Noce e D’Ausilio. L’operatore di polizia ha risposto alle domande poste dal pm Francesco Spataro.
La donna, qualche mese più tardi, è finita in manette: arrestata dagli agenti della mobile di Siena con l’accusa di aver organizzato una truffa sempre nel settore dell’acquisto d’automobili.