Gela. Si decide oggi pomeriggio al Mise, ministero dello Sviluppo economico, il futuro della città. Sul tavolo delle trattative ci sono 2 miliardi e 400 milioni di euro di investimenti e progetti di compensazione per il territorio con un mantenimento occupazionale di 710 lavoratori in città.
Altri 330, tra Enimed (200 unità) e Raffineria (130) saranno impiegati nei siti del mondo, per i primi, e di tutta la penisola per la fabbrica. In cambio, al definitivo addio alla raffinazione del petrolio, la città ospiterà un centro di formazione di tutto il personale Eni. Sono questi alcuni dei punti che caratterizzano il verbale di accordo che il sindaco Angelo Fasulo, le segreterie sindacali e la regione, sono chiamati a sottoscrivere oggi al Mise. Solo il segretario dei chimici dell’Ugl, Andrea Alario, si è ufficialmente dissociato dall’apporre la sua firma al documento.
Il perno principale dell’accordo è legato all’attività di estrazione di gas, con un investimento pari a 1.8 miliardi di euro. Altri 400 milioni di euro, equamente divisi, serviranno a finanziare la green raffineria e gli interventi di bonifica. Si parlerebbe anche della realizzazione di un grosso stoccaggio di carburante a basso costo, come il Gnl (Gas naturale liquefatto) e un impianto di trasformazione dei reflui. Questi due progetti potrebbero essere supportati, stando ai soliti bene informati, da un ulteriore investimento di 200 milioni di euro che garantirebbe una caduta occupazionale di circa 300 unità. Previsti anche una serie di provvedimenti compensativi per il territorio, come la fornitura di pannelli fotovoltaici al Comune, la progettazione e realizzazione di nuove piazze all’interno del perimetro urbano, l’ampliamento del progetto salute anche ai non dipendenti della fabbrica, la riqualificazione del museo e la realizzazione di un nuovo pontile sbarcatoio.