Gela. Sono state necessarie oltre quattro ore per giungere al voto finale, favorevole, dell’aula consiliare al bilancio di previsione per l’anno in corso che, dato il momento dell’avvenuta approvazione, ha ormai ben poco di programmatico o previsionale. Si tratta di somme praticamente già tutte impegnate, salvo rari casi.
Alla fine, sono stati diciannove i voti favorevoli, senza alcuno contrario. Anche questa volta, non sono mancate polemiche e richieste di chiarimenti. Il dibattito interno al Partito Democratico è proseguito con l’ex capogruppo Enrico Vella evidentemente contrariato da alcune scelte amministrative.
“Il sindaco mi dovrebbe spiegare – è intervenuto – attraverso quali parametri dovrei esprimere il mio voto. Non capisco quali sono i capisaldi dell’amministrazione. Cosa si vuole fare per il prossimo anno? Perché c’è stata una repentina deviazione sul fronte servizi sociali? Con la gestione dell’ex assessore Fortunato Ferracane pochissime risorse sbloccate e con il neo responsabile Ugo Costa si aprono i cordoni della borsa? C’è qualcosa che non mi convince”.
Dubbi sono stati espressi anche dall’esponente di Articolo 4 Terenziano Di Stefano. “Più che il bilancio economico – ha detto – dovremmo analizzare il bilancio politico di quest’amministrazione. Ci sono ancora troppi fronti aperti privi di soluzione. Dal caso Eni a quello del polo Agroverde. Non risparmiero’ nessuna iniziativa perché le cose non possono procedere senza una vera direttrice”.
Linea critica assunta anche dal suo compagno di movimento Giuseppe Di Dio, fortemente contrariato dall’adozione in aula consiliare di procedure ritenute fin troppo lontane da quelle corrette. Il consigliere democratico Nuccio Cafa’, intanto, ha scelto di trasformare gli oltre dieci emendamenti al bilancio presentati in altrettanti atti d’indirizzo: dai fondi per l’acquisto di materiale scolastico al contributo in favore dei pazienti oncologici. Seri dubbi, ancora, sono stati espressi da Guido Siragusa dell’Udc sul piano delle somme, ritenute eccessive, versate in favore delle società che si occupano di gestire strutture per il mantenimento e la cura dei disabili psichici.
“È mai possibile – si è chiesto – che dalle casse della regione arrivino al nostro ente somme pari a quelle destinate alla città di Catania proprio per le strutture di cura dei disabili psichici? Parliamo di una città di soli 77 mila abitanti. Bisogna fare luce su queste incongruenze”.
Il primo cittadino Angelo Fasulo, per conto dell’intera amministrazione, ha presentato un emendamento tecnico, da circa trecentomila euro, destinato a rafforzare la spesa nel settore servizi sociali ma anche ad assicurare la ripresa degli aggiornamenti dei registri catastali, come più volte chiesto dal consigliere del Pid Giuseppe Morselli.
Interventi sono stati effettuati anche dai consiglieri Piero Lo Nigro, Maria Pingo e Antonino Ventura che hanno avuto modo di rivolgersi ai dirigenti presenti in aula e ai membri del collegio dei revisori, impegnati fino a poche ore fa nella valutazione degli emendamenti presentati.
I democratici Giacomo Gulizzi, Rocco Giudice e Giovanni Cravana, dopo il voto d’aula, hanno presentato un nuovo atto d’indirizzo che impegna l’amministrazione ad esentare dal pagamento della tarsu sulla prima abitazione tutti quei cittadini che decidessero di adottare un cane randagio, andando così a ridurre i costi sostenuti dalle casse comunali per il pagamento delle aziende private al momento impegnate nei servizi di accoglienza. Non c’è stato modo, data la caduta del numero legale, di trattare i tredici nuovi debiti fuori bilancio giunti in aula.