Gela. Che fine hanno fatto i circa quaranta miliardi di lire stanziati, oramai diciotto anni fa, per il risanamento ambientale dell’area industriale?
Sotto questo profilo, i deputati regionali del Movimento cinque stelle hanno deciso di presentare, già nelle prossime ore, un esposto direttamente sui tavoli della procura della repubblica.
In sostanza, gli esponenti a cinque stelle vogliono capire se ci possano essere responsabilità sulla mancata attuazione del piano. Nel testo dell’esposto, non mancano i riferimenti anche agli ultimi incidenti legati all’attività svolta dalla raffineria Eni in città.
Quindi, sia lo sversamento lungo il fiume Gela dello scorso 4 giugno che le perdite dalle condutture di contrada Armatella, nella zona della statale 117 bis.
I deputati regionali puntano la luce soprattutto sull’eventuale utilizzo, per fini diversi, dei quaranta miliardi di euro stanziati dalle casse ministeriali.
Spetterà, quindi, ai magistrati della procura valutare il dossier redatto dagli esponenti del movimento cinque stelle che lanciano pesanti ombre sulla gestione di quegli stessi fondi e sulla stasi che avrebbe paralizzato il sistema delle bonifiche.
Da tempo, proprio il gruppo del movimento che fa capo a Beppe Grillo cerca di ottenere chiarezza, tanto da aver aderito, attraverso alcuni attivisti locali, al neo comitato Bonifichiamoci-No Veleni.